Nessuna sorpresa, ogni cosa era già illuminata. Per le posizioni che contavano tutto era deciso oppure inesorabilmente indirizzato. L’Udinese vince e si prende l’ultimo posto per la Champions League, il futuro in Europa League di Lazio, Inter e Napoli sarà deciso da quanto faranno i campani in finale di coppa Italia, in coda il Lecce saluta e torna in serie B. Strameritato il terzo posto dei friulani: per le premesse, visto che la squadra in estate aveva perso Inler, Sanchez e Zapata senza sostituirli con altri elementi di identico valore, e per il cammino in campionato, cominciato con un grande girone di andata, proseguito con un 2012 affannoso e concluso trovando all’interno della squadra quei valori necessari per respingere l’assalto delle dirette avversarie. Fondamentale come al solito Totò Di Natale, che non ha vinto la classifica marcatori ma issatosi a un’eccellente quota 23. Ma ancor più fondamentale Francesco Guidolin, da anni uno dei più bravi (se non il più bravo) allenatori italiani, eccellente nella gestione delle squadre e insuperabile sotto il profilo tattico. Inutile ripetere quanto avrebbe avuto il diritto a giocarsi una possibilità in un grande club: soltanto la miopia dei nostri dirigenti, unito a un carattere spigoloso dell’uomo, gli hanno impedito finora questo passo. Lui dice che l’Udinese è la sua “grande”: diciamo che se l’è costruita da solo, in mancanza di chiamate altrui. Torna nuovamente ai preliminari di Champions, come un anno fa, ma dopo aver guadagnato una posizione in campionato. Non è certo poco.
Tra chi inseguiva, sicuramente la più amareggiata è l’Inter: sperava di agganciare ancora la Champions, si ritrova ai preliminari di Europa League dopo aver ceduto il passo nella ripresa alla Lazio. Dovrà anticipare tutto per partire a fine luglio, non sarà positivo per chi cercherà di tornare a primeggiare in Italia. Se si andrà avanti con Stramaccioni, la società non dovrà lasciarsi illudere dalle ultime prove: serve una rifondazione e non solo in attacco, non è un caso che in nove partite del nuovo corso soltanto quella con la Fiorentina si sia conclusa senza incassare reti. La suddetta Lazio può essere più che soddisfatta del quarto posto finale (una conferma), non può esserlo il Napoli dove cresce il naso a chi diceva che questa squadra non pensava allo scudetto: il titolo mancato, unito all’assenza dalla prossima Champions, imporranno una revisione dei programmi. Sta a De Laurentiis far capire se verso l’alto oppure da pausa di riflessione.
Domenica di saluti per grandi vecchi, tra chi smette e chi cerca ultimi brividi. Citiamo in ordine sparso Inzaghi, Del Piero, Nesta, Gattuso, Zambrotta, Di Vaio. Il campionato ha regalato le novità tattiche di Antonio Conte, il tonfo di Luis Enrique, la riscoperta di Donadoni, la crescita di Pioli, la prima annata per Ibrahimovic senza aver conquistato un titolo, il grande ritorno di Pirlo, la tenuta costante di Di Natale, l’eccellente crescita di Giovinco. Ora spazio a novità in panchina, che si preannunciano numerose (e sarà divertente vedere come la Roma spiegherà l’eventuale ritorno di Montella dopo averlo mandato via – insalutato ospite – un anno fa) e al mercato, che verrà preannunciato roboante e ci vedrà in consueto affanno rispetto a Spagna e Inghilterra. Ci sarà spazio per la Nazionale a Euro 2012, Prandelli guarda già molto più avanti: significativa la chiamata del pescarese Verratti al primo raduno. E ci sarà spazio per celebrare l’ennesimo capitolo negativo in chiave scommesse. Sarà una lunga estate calda, sotto ogni aspetto.