Il passaggio dell’Italia alla semifinale dell’Europeo, evento che non si verificava dal 2000, merita alcune considerazioni più approfondite dopo quelle effettuate sull’onda emotiva dei rigori battuti con successo contro l’Inghilterra. La prima, fondamentale, è che l’Italia ha scoperto di possedere uno dei settori di centrocampo più solidi e autorevoli del calcio internazionale. Di Pirlo si sapeva: può bastare la considerazione globale di cui gode senza eccezioni per capire con quale tipo di giocatore abbiamo a che fare. L’altra sera è stato essenziale in ogni situazione e se stavolta non ha consegnato assist oppure segnato reti, ha comunque dato prova di essere presente sempre con autorevolezza. E con la lucidità di calciare il rigore in quel modo sfrontato, una scelta di cui neppure Prandelli era al corrente, una scelta che ha dato forza agli azzurri per come ha irriso Hart – che pensava più a fare il buffone che a parare – e che ha al contempo impaurito gli inglesi. I quali non a caso, subito dopo, hanno commesso gli errori decisivi. Con Pirlo è stata di alto profilo anche la prova della coppia De Rossi-Marchisio. I due si sono cercati, si sono trovati, hanno tolto fiato e idee alla controparte, sul piano della corsa e sul piano della lucidità. Esemplare De Rossi in ogni situazione, sia si dovesse trattare di costruire sia si dovesse pensare a tamponare. Feroce Marchisio in tutti i suoi interventi: mai cattivo, sempre puntuale. Resta il punto interrogativo su Montolivo, titolare per la prima volta. Anche le analisi del giorno dopo si sono divisi tra chi l’ha promosso e chi l’ha bocciato. Lui regala sempre l’impressione di un giocatore ancora incompiuto, perché va bene la fase di copertura ma da uno con le sue qualità ci si attende un maggiore contributo in fase ideativa, soprattutto quando si viene piazzati dietro le due punte. La sicurezza del centrocampo, poi, si è riflessa in maniera positiva anche sulla difesa. Si coltivavano parecchi dubbi sulla tenuta dei centrali Bonucci-Barzagli, questi dubbi sono stati spazzati via con il trascorrere dei minuti, quando i due bianconeri hanno progressivamente acquisito sicurezza. Rare le esitazioni, continua la padronanza della situazione, sia contro la velocità della coppia Rooney-Welbeck, sia contro la potenza fisica di Carroll. 

Ha deluso invece l’attacco. Cassano ha offerto un paio di assist, poi si è perso nella scarsa autonomia e contro la barriera avversaria. Balotelli ha cercato le cose difficili quando sarebbe stata necessaria la semplicità e viceversa. Dovrebbe essere un attaccante di peso, ma non lo vedi sulla palle alte. Dovrebbe essere anche un attaccante di velocità ma in rare occasioni si sforza di dettare il passaggio in profondità. E quando questo avviene, la rapidità di esecuzione latita. E’ stato l’unico passaggio a vuoto di una serata gestita con piglio autorevole dall’Italia, sempre padrona del gioco come chiede Prandelli. L’atteggiamento necessario contro la Germania giovedì, altrimenti sarà notte fonda. Loro sono bravissimi, dalla mediana in su. Dietro non sono imbattibili, tutt’altro. Su questo insisterà Prandelli (che già ha cominciato a fare), per questo servirà il centrocampo applaudito contro l’Inghilterra.