E’ il giorno della prima semifinale, è il giorno di Portogallo-Spagna. Cristiano Ronaldo contro Barcellona e Real Madrid, per un giorno coalizzate contro il talento che vuol finalmente consacrarsi anche a livello di Nazionale. Nelle prime due partite è rimasto quello solito visto in altre (troppe) occasioni. Avulso dal gioco, indolente, quasi irritante nella ricerca della soluzione personale. Il cambio di passo è arrivato contro l’Olanda, quando ha preso i suoi per mano e li ha guidati verso i quarti di finale, dove è stato nuovamente leader contro la Repubblica Ceca. Ronaldo sa che questo è un passaggio obbligato sulla strada verso il Pallone d’oro, dopo aver vinto il titolo in Spagna con ogni record sotto forma di punti e gol. E sa anche che la possibilità di conquistare un titolo internazionale a livello di rappresentative gli consentirebbe di scrollarsi di dosso il peso rappresentato da Leo Messi, il cui nome è stato evocato anche da queste parti, conducendo il campione portoghese all’irritazione. Dall’altra parte c’è però la Spagna, cresciuta dopo il non convincente debutto contro l’Italia (e da analizzare sotto altre chiavi interpretative, dopo aver visto gli azzurri in azione). Una squadra che continua a vincere quando si ha a che fare con i turni a eliminazione diretta e che, dal 2008 a oggi, non ha mai incassato una rete quando i tornei passano a questa fase. Tanto da far parlare qualcuno di catenaccio sotto altra forma, fatto di un possesso asfissiante del pallone e non di rottura del gioco avversario. Il risultato è comunque lo stesso, visto che la controparte arriva poche volte dalle parti di Casillas. Sarà interessante vedere quanto il fattore Ronaldo (attorno al quale sta comunque crescendo una squadra) potrà incidere su questa situazione. L’Italia si avvicina intanto all’appuntamento con la Germania, con qualche irritazione nei confronti di chi ha compilato un calendario che permette un recupero difficile (farlo notare prima no?) e con la consapevolezza di un’identità di squadra cresciuta con il trascorrere delle partite. Proprio in virtù delle fatiche di cui sopra Prandelli potrebbe pensare a qualche variante, con riposi eccellenti. Ma il ct si prende tutto il tempo possibile, già soddisfatto di vedere come l’avversaria comincia a pensare che contro l’Italia non sarà semplice.
Un ultimo appunto sui pellegrinaggi sul fare dell’alba che Prandelli ha intrapreso con il suo staff dopo le partite vinte con Irlanda e Inghilterra. Qualcuno ha storto il naso, pensando a una forma di superstizione mascherata di religiosità. Tenuto conto che dalle parti di Cracovia il messaggio cristiano non può non lasciare indifferenti, per quanto ha seminato Giovanni Paolo II come arcivescovo della città (e visibilissimo dappertutto) e per la costante presenza materna dalla Madonna nera di Czestochowa (impressiona vedere il flusso ininterrotto di fedeli alla sua cappella nella chiesa di Santa Maria), piace sempre pensare che uno comunque adempia al compito assegnatogli al meglio delle proprie facoltà umane, intervento divino o meno. E che poi faccia comunque bene a rendere grazie a chi, in ogni caso, ha in mano il destino dell’uomo: non è mai inutile, anche se parliamo di chi si trova molto di sopra alle cose pallonare…