Terza finale consecutiva per la Spagna, che approda anche all’atto conclusivo di Euro 2012 dopo quelli – entrambi vinti – dell’Europeo 2008 e del Mondiale 2010. Un passaggio con qualche affanno, a conferma di una fatica di fondo intuita al debutto contro l’Italia e poi non completamente metabolizzata nei passaggi successivi. Basta un Portogallo ordinato per obbligare la controparte alla fatica dei supplementari prima e dei rigori poi, dove si decidono in negativo le sorti della squadra di Bento. Cristiano Ronaldo resta a bocca asciutta e senza parole in mezzo al campo. Lui stavolta ci ha provato, anche se ieri sera è sembrato fare un passo indietro rispetto alle prestazioni precedenti: un arrivo in finale sarebbe stato il passaporto verso la conquista del Pallone d’oro, ora quel traguardo appare in bilico. Il problema, per l’asso del Real, è l’essersi ancora una volta ritrovato senza una squadra intorno, dopo i segnali incoraggianti delle ultime esibizioni. Troppo mediocre il Portogallo per poter infastidire la Spagna. L’organizzazione è bastata, però, per impedire agli avversari di segnare e per tenerli impegnati fino alla fine. Questo nonostante Del Bosque avesse provato per la prima volta Negredo ma la bocciatura del modulo con centravanti è stata sonora, vista la pressoché totale assenza di occasioni da rete.
Oggi tocca all’Italia. In teoria non ci dovrebbe essere match, vista la forza dela Germania: i 14 successi consecutivi all’Europeo tra partite del girone di qualificazione e fase finale sono biglietto già di per sé significativo. A questo aggiungete le 9 reti che fanno dei tedeschi l’attacco migliore del torneo. Bel gioco e schemi quasi da squadra di club, queste le armi della squadra di Loew. L’Italia mette sul piatto il centrocampo certamente più forte visto all’Europeo e una difesa che ha acquisito fiducia. Prandelli ha detto che scenderà in campo per giocarsela, forte della filosofia votata al positivo che ha imposto ai suoi. Servirà però una svegliata da parte dell’attacco per far sì che quest’intenzione si concretizzi e non rimanga a livello puramente teorico.