Primo strappo alla classifica, con un vuoto significativo tra terzo posto e resto del gruppo: cinque punti. Può non essere gap definitivo ma è comunque significativo anche perché nelle prime posizioni sono racchiuse due squadre (Napoli e Juventus) che si pronosticava come probabili duellanti per il titolo. La variabile impazzita è rappresentata dalla Roma. Già era stata celebrata per la sesta vittoria consecutiva di una settimana fa, ora occorre aggiungere un altro successo che porta i giallorossi a 21 punti in classifica e a due partite di distanza dalla Juventus di Capello che, nella stagione 2005-06, aveva centrato la miglior serie iniziale, fatta di nove vittorie consecutive. L’ultima assume significato particolare, perché ottenuta in casa dell’Inter, come la Roma grande malata della passata stagione e come la Roma eccellente sorpresa di quella attuale. Il 3-0 di San Siro finisce per mortificare i nerazzurri oltre i loro demeriti, ma sottolinea nuovamente come la gestione di Garcia si stia rivelando positiva sotto ogni aspetto per i giallorossi: negli uomini, motivati e ritrovati; nel gioco, semplice e lineare; nella concretezza, con la capacità di monetizzare ogni opportunità creata. Se la partita di San Siro doveva essere un esame, questo è stato ampiamente superato in attesa di quello successivo. Che sarà immediato, una volta che il campionato riprenderà dopo la sosta per gli ultimi (inutili, a qualificazione già acquisita) impegni pre-mondiali dell’Italia: la Roma sarà infatti di scena in casa contro il Napoli, sempre che i motivi di ordine pubblico, legati alla manifestazione dei No Tav, non portino a modifiche del calendario.
Napoli che ha cancellato i dubbi emersi nella poco convincente trasferta Champions di Londra contro l’Arsenal. Anche contro il Livorno mancava Higuain, ma nessuno si è accorto dell’assenza. Il 4-0 finale ha il sapore di una liberazione, dopo i patimenti europei che avevano già sollevato dubbi generalizzati: come se quanto finora offerto in campionato e la vittoria contro il Borussia fossero piovuti dal nulla. Contro i toscani quattro giocatori differenti sono andati in gol, segnale di una squadra brava a smarcarsi dalla dipendenza da un unico interprete. Come ha fatto la Juventus, trovatasi in imbarazzo dopo pochi secondi contro il Milan e brava a uscire dalle insidie di una partita che avrebbe potuto complicarsi. Dopo il pareggio di Pirlo è toccato al redivivo Giovinco (rete da applausi) e a Chiellini allargare ulteriormente il quadro dei marcatori stagionali bianconeri. Una vittoria che tiene la Juventus in linea di galleggiamento con le rivali e obbliga il Milan a una stagione anonima – al momento solo in Italia – malgrado le acrobazie verbali di Allegri, alla ricerca di positivi scenari futuri che oggi rappresentano solo un’illusione. Meglio sarebbe – piuttosto – non giustificare gesti come quello di Mexes ai danni di Chiellini, segnale visivo della frustrazione milanista e della pochezza di molti attori in maglia rossonera. Anonimo il pareggio della Fiorentina in casa della Lazio, buono soltanto per toglierle il titolo di sorpresa di inizio stagione. Un titolo che va con pieno merito al Verona dell’intramontabile Toni e di un manipolo di sconosciuti ad alto livello: la matricola veneta ha già raggiunto quota quattro vittorie e 13 punti sono bottino rassicurante in chiave futura. Sul fronte opposto imbarazzante è invece l’involuzione che stanno vivendo alcune squadre (Sampdoria e Bologna) e alcuni arbitri: quanto ideato da Gervasoni in Sampdoria-Torino è quanto meno curioso, soprattutto per la rete annullata a Pozzi.