Sei vittorie consecutive in campionato, una serie cominciata dopo quella rimonta incredibilmente subita a Firenze e non più interrotta. La Roma (ex) capolista raggiunta e lasciata già alle spalle nel giro di un paio di giornate, il Napoli ancora più indietro a interrogarsi sulla sua reale solidità. La Juventus si diverte a cancellare via i dubbi domenica dopo domenica. Lo ha fatto anche nell’ultimo turno, in quella che è stata forse la partita più difficile, come è difficile affrontare l’Udinese quando ascolta quello che Guidolin le chiede a livello tattico. Una parata di Buffon a tenere aperta il confronto, la rete di Llorente a chiuderlo nel momento in cui non c’era più il tempo per recuperare. Diventa complicato, oggi, non pensare al terzo titolo consecutivo per Conte, per la forza ritrovata della squadra (ieri senza Pirlo dopo pochi minuti) e per gli affanni delle avversarie. Evidenti soprattutto quella della Roma, al quarto pareggio consecutivo e contro un’avversaria di certo non di prima fascia qual è l’Atalanta, venuta dopo Torino, Sassuolo e Cagliari. L’assenza di Totti si fa sentire tremendamente, soprattutto in presenza di un collettivo che fa tantissimo movimento in area altrui ma concretizza pochissimo: appena tre reti nelle ultime quattro gare. Resta l’aspettivo positivo di un gruppo che non si arrende: una volta incassato un gol balordo, la ricerca del pareggio a Bergamo è stata ossessiva, fino a quando non si è concretizzata al 90′. Un finale che è stato invece fatale per l’Inter, che ha incassato a un minuto dalla conclusione il pareggio della Sampdoria: Mihajlovic si è ripreso quanto gli era stato negato sette giorni prima dalla Lazio al personale debutto a Marassi. Debuttava anche Erick Thohir a San Siro da nuovo proprietario nerazzurro, non sarà stato molto contento di quanto avrà visto, con una squadra apparsa meno compatta ed equilibrata rispetto alle prestazioni precedenti.

Ritrova (apparente) serenità il Milan a livello societario, dopo la pace imposta da Silvio Berlusconi all’ambiziosa figlia Barbara e all’amico di una vita Adriano Galliani. La suddivisione dell’impero rossonero ricorda da vicino quella imposta all’impero romano: assicurò un’illusione di futuro tra i contendenti, finì per aprire le porte alle invasioni barbariche. Il Milan è in una fase di stallo su ogni fronte: in società, come si è detto, e in squadra, dove Allegri è in scadenza. Le prove di Glasgow e Catania sono state fondamentali per ridare fiducia all’ambiente, ma non devono illudere se si guarda al peso specifico delle avversarie. Giornata da ricordare per il gol numero 100 di Cassano, che sta dando segnali di risveglio – curiosamente – nell’anno del Mondiale, per la conferma della solidità del Sassuolo, per la seconda vittoria di Corini con il Chievo, vittoria che potrebbe aver dato un serio colpo all’esperienza di Nicola sulla panchina del Livorno. A Torino hanno avuto successo le curve chiuse agli ultras e aperte agli under 13 per non lasciarle vuote, causa squalifica. Da rivedere i cori non gradevoli ai rinvii di Brkic (ma i bambini imparano, ahinoi, dagli adulti…) e, soprattutto, gli insulti a sfondo razzisti di Spolli che hanno scatenato la rabbia di Balotelli a Catania: la strada è ancora (molto) lunga.