Il campionato si concede pochi brividi nei novanta minuti che gli restano da disputare. In alto, assegnati con anticipo scudetto alla Juventus e qualificazione alla fase a gironi della Champions League al Napoli, resta da stabilire chi sarà la terza squadra a raggiungere la competizione europea. La Fiorentina non molla la caccia al Milan, regolando anche il Palermo con una rete del sempreverde Luca Toni (e tanti saluti a chi in estate lo aveva considerato uno scaldabagno fuoriuso) e rimandando tutto all’ultima giornata. Questo perché in serata i rossoneri non sono riusciti a chiudere i conti contro la Roma, per l’opposizione non arcigna ma comunque sostanziosa dei giallorossi e per dabbenaggine propria. Nello specifico: le inutili e dannose proteste che hanno condotto Muntari all’espulsione nel primo tempo. A onor del vero Allegri ci ha provato fino alla fine, con una squadra mai vista così offensiva in situazione di inferiorità numerica. Tutto inutile e ogni cosa si chiarirà domenica in trasferta contro avversarie che non hanno più nulla da chiedere: il Milan a Siena e la Fiorentina a Pescara. Rossoneri obbligati comunque a vincere perché anche un pareggio, con arrivo in parità, manderebbe avanti i viola grazie agli scontri diretti. E a proposito di San Siro, complimenti all’arbitro Rocchi che ha sospeso nel secondo tempo il match per il solito becerume ai danni di Balotelli, dopo avvertimenti reiterati e inascoltati dai gentiluomini che popolano le curve. Non basta ma è già qualcosa. Fiorentina comunque sicura dell’Europa League, cui si candida pure l’Udinese, giunta alla settima vittoria consecutiva in un finale di stagione che definire entusiasmante è riduttivo. I bianconeri hanno salutato lo stadio Friuli – che sarà sottoposto a un sostanziosa rifacimento – sorpassando in rimonta l’Atalanta. Ancora una volta decisivo, e non avrebbe potuto essere diversamente, Totò Di Natale con una doppietta che l’ha condotto a quota 22 gol, unica alternativa credibile allo strapotere di Cavani. Peccato che…

…un infortunio l’abbia messo fuori causa per l’ultima giornata, quando l’Udinese dovrà evitare l’estremo tentativo di sorpasso da parte della Lazio (che, insieme con la Roma, ha ancora una via di fuga nella finale di Coppa Italia). Ma la squadra di Guidolin giocherà in trasferta contro l’Inter, che ieri non ha perso ma ha festeggiato l’ennesimo sorpasso in classifica, stavolta per mano dell’ottimo Catania che ha relegato i nerazzurri al nono posto. Sul fondo il Pescara trova le compagne di viaggio verso la B. Per il Siena si trattava di attendere la certificazione ufficiale, giunta con la quinta sconfitta consecutiva. Il Palermo, invece, cullava ancora una minima speranza, frantumatasi a Firenze. I siciliani pagano il furore compulsivo del presidente Maurizio Zamparini, che ha smontato e rimontato due squadre ai mercati estivo e invernale, collezionando giocatori improponibili, oltre a dirigenti e allenatori sostituiti con l’abituale accanimento. La retrocessione servirà da lezione? Lecito dubitarne.