La solidità della Juventus, le prospettive del Napoli, il risveglio dell’Inter: questi i tre suggerimenti – in positivo, oltre a una buona prestazione complessiva degli arbitri – scaturiti dalla prima giornata del campionato. Sui bianconeri erano pochi i dubbi, raramente le amichevoli estive sono utili per alimentare giudizi definitivi. Sono bastate la Supercoppa stravinta in casa della Lazio e la trasferta di Genova per ritrovare la squadra modellata da Conte: feroce, determinata, pratica. Con due aspetti importanti: le qualità ormai acclarate di Pogba, molto più che una riserva, e la capacità di Tevez di calarsi immediatamente nella nuova realtà, per spazzare via quanto prima i dubbi che qualcuno aveva frettolosamente sollevato. Il Napoli ha invece metabolizzato al meglio – e in fretta – il dopo-Mazzarri. Rivoluzione dolce, con il passaggio alla difesa a quattro, e la capacità di inserire subito i volti nuovi in squadra. Con risultati eclatanti nei confronti di un’avversaria quale il Bologna, nello scorso campionato capace di mettere in imbarazzo gli azzurri. Al San Paolo si è assistito a un monologo, con Hamsik implacabile nel ruolo di leader e Cavani ben presto dimenticato. Esattamente quanto si chiedeva a Benitez, consapevole che si tratti di un lavoro appena agli inizi ma con un futuro che potrebbe prospettarsi estremamente interessante. Allo stesso tempo non occorre archiviare subito la vittoria dell’Inter sul Genoa come una pietra già posta su un imbarazzante recente passato. La controparte è apparsa veramente poca cosa, Mazzarri ha però dato identità e solidità, al punto che persino elementi come Jonathan e Alvarez sono sembrati giocatori veri rispetto alle pallide controfigure di qualche mese fa. I nerazzurri hanno metabolizzato il 3-4-2-1 voluto dal tecnico, la controprova è rappresentata dalla facilità con cui è stata tenuta a bada la pochezza offensiva avversaria. Primo passo, è vero, ma importante. Un’identica aria di novità si è respirata anche in casa Roma, con un senso di svolta dato dal modo in cui è stata festeggiata la rete di De Rossi, uno che Zeman aveva stoltamente messo in discussione la passata stagione (con tutte le conseguenze negative del caso). Garcia ha proposto un 4-3-3 semplice ed efficace, rilanciando in attacco Borriello in attesa di novità del mercato (se arriveranno). Le possibile insidie di Livorno sono state aggirate con facilità, la squadra ha dato una sensazione di compattezza mai vista nella passata stagione. Quella compattezza che, invece, ha smarrito colpevolmente il Milan a Verona, apparso totalmente in balia dell’avversario. Allegri se l’è presa con l’atteggiamento sufficiente dei suoi (presunti) giovani campioni. Ma, abitualmente, a chi tocca in una squadra far sì che questo non accada?