Si permette di commentare con ironia () ma non c’è alcuna leggerezza nel modo in cui il Napoli si sta proponendo in campionato. La vittoria sul Milan non consegna unicamente agli azzurri un successo a San Siro che mancava da 27 anni, ma rafforza l’autostima di un gruppo ben costruito e altrettanto ben gestito. Il tecnico spagnolo ha operato delle scelte dolorose (basti pensare a capitan Cannavaro scivolato in panchina), lo confortano i risultati e, soprattutto, la crescita di dedizione da parte della squadra. Chi sta fuori non mugugna, sapendo che c’è spazio per tutti anche in una Champions League da vivere da protagonisti, Benitez ripaga con una gestione non martellante dello spogliatoio, dispensando più carezze che bastonate. E sul campo ha regalato al Napoli una concretezza mai vista in passato: quello di Mazzarri aveva bisogno di creare tanto per ottenere risultati, quello attuale fa del pragmatismo il marchio di fabbrica. Basti vedere come abbia in pochi minuti indirizzato la partita contro il Milan, sapendo resistere al ritorno di fiamma rossonero. In questo bisogna essere d’accordo con Max Allegri (), ma con altrettanta onestà occorre guardare ai 4 punti in classifica e alla gestione di Mario Balotelli: per il gioco, che appare eccessivamente incentrato su di lui, come un tempo lo era su Ibrahimovic; per la sua mancata crescita professionale, visto il modo in cui ha inseguito – e trovato – l’espulsione con le proteste finali all’indirizzo dell’arbitro. Proteste comprensibili, visto il modo molto fisico in cui è stato nuovamente controllato, ma che ora privano il Milan del suo terminale offensivo. Napoli a punteggio pieno, con lui anche la Roma, che era attesa domenica attesa a un passaggio altrettanto importante. Nel derby contro la Lazio i giallorossi non sono venuti meno alle caratteristiche che li stanno riportando agli onori delle cronache: un gioco convincente, una squadra concreta, un gruppo unito e non più avvelenato dalle scelte e dalle parole a volte punitive di Zdenek Zeman. Come per il Napoli, anche qui il merito va a Rudi Garcia, tecnico sbarcato in Italia senza eccessiva pubblicità ma che si sta imponendo con la credibilità del lavoro e con la serenità degli atteggiamenti. Una domenica di note positive anche per la Juventus, forse macchinosa ma brava a valorizzare i colpi di mercato visto che al solito Tevez si è finalmente aggiunto anche Llorente. Una domenica roboante per l’Inter, che mai aveva vinto 7-0 in campionato. Ringrazia la pochezza del Sassuolo e il lavoro di Mazzarri che ora, oltre ad aver recuperato appieno – come si è già detto – corpi un tempo estranei come Alvarez e Jonathan, ha tra le sue risorse anche Diego Milito, rientrato dopo il grave infortunio al ginocchio. Per i nerazzurri esame Fiorentina nel turno infrasettimanale di campionato, decisamente un bell’esame visto come i viola si stanno imponendo per capacità tecniche e tattiche. Decisamente più semplice il turno per il Napoli, in casa contro l’imbarazzante Sassuolo, mentre la Roma andrà a Marassi contro una Sampdoria finora tutt’altro con convincente. Trasferta delicata per la Juventus con il Chievo, al Milan il compito di ritrovare se stesso contro il Bologna, altra squadra che non se la passa benissimo.