L’attesa era tutta per il posticipo, per il debutto di Clarence Seedorf sulla panchina del Milan, una volta scritta la parola fine sulla penosa (e malgestita su entrambi i fronti) vicenda Allegri. I rossoneri sono tornati a vincere, con un pizzico di fortuna: vuoi perché il successo è arrivato su rigore (ma Balotelli non era stato precisissimo contro Napoli e Genoa…), vuoi perché al Verona mancava Luca Toni, il leader e oggi il suo uomo migliore. Il nuovo allenatore ha però avuto coraggio, almeno nell’impostazione della squadra, con Kakà, Honda e Robinho in appoggio al centravanti. Un po’ quel “4-2-fantasia” amato da Adriano Galliani, prima che Leonardo diventasse un innominabile in casa rossonera. E’ troppo presto per poter parlare di svolta, dopo i patimenti precedenti e la quattro sberle prese dal Sassuolo. Quel che è certo è un cambiamento di clima, non più plumbeo e sospettoso come qualche giorno fa. Se la notizia era l’esordio di Seedorf, ciò che non fa più notizia è invece la marcia prepotente della Juventus. Contro la Sampdoria ha incassato due reti, è vero, magari rischiando anche il 3-3. Ma ogni volta in cui i bianconeri hanno deciso di aumentare le frequenze, è stato quasi imbarazzante assistere alle fatiche avversarie, con una difesa sottoposta a un martellamento continuo, fino alla capitolazione finale. Dodici vittorie consecutive fanno impressione a tutti, non alla Roma, che tiene il passo e prova a dare un senso al torneo. Lo fa con i risultati e lo fa con il mercato. Dopo Nainggolan ecco Michel Bastos, da recuperare dopo gli ozi dorati negli Emirati Arabi Uniti ma un elemento che Garcia conosce bene e di cui si fida. Tutto serve per cercare di contenere lo strapotere bianconero, anche augurarsi di vedere Lazio-Juventus con uno svolgimento regolare sabato prossimo. I tifosi biancocelesti si stanno già mobilitando per evitare favori alla controparte cittadina e occorre vigilare perché non ci sia una riedizione di quanto capitato nel 2010 contro l’Inter (una gara da perdere per non favorire la rincorsa della Roma, e così fu): non c’è solo Salernitana-Nocerina da insegnamento.
La giornata segna anche il congedo definitivo del Napoli da un’ipotetica corsa al primo posto. Il pareggio nel finale, contro un Bologna in 10 ed esaltato da Bianchi, fa capire come la squadra di Rafa Benitez accusi ancora un deficit di maturità. Non dispiace ma perde l’Inter, per la grande gioia di Gian Piero Gasperini: si prende una rivincita personale e consegna al Genoa un successo che mancava da vent’anni. La differenza la fanno gli episodi, i nerazzurri non concretizzano e sono puniti quando si distraggono. E nel 2014, tra tre gare di campionato e una di Coppa Italia, non hanno ancora vinto. Sorprendono Torino e Parma, vicine all’Europa League, riparte la Fiorentina, alla quarta vittorie in cinque partite, affondando (quasi) definitivamente le speranze del Catania dove è tornato Maran. Con il Livorno appare un’autorevole candidata alla retrocessione. Finale sulle signore del calcio. Non fossero bastati i book fotografici e le prestazioni “fisiche” confessate da Wanda Nara con il povero (calcisticamente parlando…) Mauro Icardi, ora imperversano i tweet. Dopo lo sfogo della signora Antonini anti Allegri, stavolta è il turno di Lady Cassano contro Parma: le wags hanno minato la credibilità del calcio inglese, a quello italiano mancavano soltanto questi eccessi verbali…