La rete di Gomez regala ancora un senso al campionato italiano. E’ stata quella che ha inchiodato la Juventus sul 2-2 negli istanti finali della partita di Verona, confermando le qualità della squadra di Andrea Mandorlini. Qualità che hanno evidenziato che cosa occorra fare per mettere in imbarazzo i bianconeri e che si può riassumere in due parole: corsa e carattere, visto che sul piano tecnico la distanza rispetto a quasi tutte le rivali è ampia. Qualità cui aggiungere anche una buona dose di fortuna (vedi il palo di Osvaldo, che avrebbe potuto chiudere il match), sempre indispensabile quando si gioca contro un’avversaria più forte. Questo ha fatto il Verona, dopo essersi trovato sotto di due reti all’intervallo, mettendo in scena – in piccolo – quanto era accaduto il 20 ottobre a Firenze. La forza dei veneti è stata quella di non far ragionare più l’avversaria caduta, di suo, in una sorta di appagamento che ha completato l’opera, fino al 2-2 finale. Un risultato di cui non ha approfittato la Roma, irretita dalla Lazio in un derby noioso e reso scintillante unicaente da una polemica Reja-Garcia francamente evitabile. Il clima della partita ha influito sulla lucidità di chi è sceso in campo. Poco gioco, rare emozioni e 90 minuti da dimenticare in fretta e da non far passare alla storia. Tra Juventus e Roma il distacco resta ampio, ma invariato: nulla è ancora deciso, però ci si muove su una linea pericolosamente sottile.
Ripartono Fiorentina. Inter e Napoli. Quest’ultimo lo fa a danno di un Milan inguardabile, perso tra le scelte tattiche di Seedorf (se le avesse fatte Allegri…) e una situazione complessiva determinata dai mal di pancia (veri) di Kakà e Honda e mal di pancia (psicologici) di Balotelli. Al primo esame vero l’olandese è volato gambe all’aria, e non è bastata la molta presunzione messa nelle dichiarazioni di fine partita per nascondere i limiti attuali, suoi e della squadra: reparti subito scollegati dai primi minuti, iniziative lasciate all’iniziativa personale, una difesa da far rimpiangere sempre più Baresi e i suoi solidi compagni di linea. Domenica avara di emozioni (dieci reti complessive contro le nove dei tre anticipi), in cui si segnala il passo deciso delle genovesi, vittoriose grazie a un difensore (Gastadello per la Sampdoria) e a un terzino reinventato esterno d’attacco (Antonelli per il Genoa). Riaffondano Sassuolo (due sconfitte su due per Malesani) e Livorno, non sta messo benissimo il Chievo, lancia qualche segnale il Catania, che prende un punto a Parma. Interessante quanto accaduto a Lazio e Bologna, riferendoci al mercato. Hanno venduto, con parecchie polemiche, i loro uomini migliori: Hernanes è finito all’Inter e Diamanti in Cina. Risultato? La Lazio ha vinto a Verona con il Chievo e ha pareggiato nel derby, il Bologna ha trovato un successo in casa del Torino che mancava da trent’anni e in campionato da cinque giornate. La conferma (ennesima) di come il calcio sia materia troppo poco scientifica per poter risultare credibile. E troppo delicata per essere lasciata in mano alle motivazioni ondivaghe dei tifosi: Branca ha proprio pagato per questo all’Inter.