La Juventus non convince, ma non le importa. Vittoria numero tredici di seguito in casa e distanze invariate in testa. Risolve il solito Tevez che, rispetto ad altri stranieri, non ha avuto alcun bisogno di un periodo di adattamento al nostro calcio: 14 reti, prove sempre all’altezza e la dimostrazione che la differenza la fa la capacità e non la conoscenza. Il Torino gioca discretamente, si lamenta (con ragione) di un rigore non concesso dal mondiale Rizzoli all’acrobatico (in caduta) El Kaddouri e forse rimpiange su un pizzico di convinzione in più che sarebbe stata necessaria per tornare a far proprio l’appuntamento-derby dopo ormai quasi due decenni. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole, vista anche la ritrovata concretezza con cui la Roma ha rimandato in crisi il Bologna nell’anticipo, e in attesa di quanto faranno oggi Napoli e Fiorentina, più in ottica Champions che scudetto, ovviamente.

L’unica novità è rappresentata dalla differente consapevolezza che sta mettendo in campo il Milan. Seedorf sfrutta al meglio quanto ha proposto il mercato invernale (vedere i marcatori: Taarabt e Ramy) e coglie la quarta vittoria della sua gestione, su un campo per nulla semplice come quello della Sampdoria. Un secondo passo importante, dopo il primo tempo positivo contro l’Atletico Madrid, e su cui costruire i prossimi appuntamenti: quello con la Juventus in campionato, per tentare di riaprirlo, e quello con gli spagnoli nel ritorno di Champions. Visto quanto ha combinato ieri sera la squadra di Simeone in Liga, e i primi scricchiolii sul piano della condizione fisica, per i rossoneri è un obbligo ancor più stringente provarci. Anche a Genova non benissimo l’arbitro Doveri (ma grande Mihajlovic a prendersela con la poca intelligenza di Maxi Lopez per l’espulsione e non con il direttore di gara) e non benissimo pure la prestazione di Russo a San Siro. Mazzarri non vorrebbe parlarne, ma alla fine ci casca, anche perché è una buona possibilità per non soffermarsi sulla prestazione dell’Inter: la fatica resta, le ruggini pure, e la noia di Erick Thohir in tribuna non è un bel segnale.

In zona Europa riparte il Verona con una prova folle per la differenza di rendimento tra primo e secondo tempo a Livorno, mentre si risveglia la Lazio, che costringe il Sassuolo alla sesta sconfitta consecutiva e Malesani alla sua quarta personale. Contestazioni varie all’Olimpico, ma queste erano attese dopo la pessima prova in Europa League e le solite accuse a Lotito di non aver speso al mercato. Quelle meno attese…

…si sono avute a Udine, un luogo dove forse si sono abituati troppo bene per ritrovarsi a lottare per un obiettivo che non si tratti della permanenza in serie A. Il fatto è che Guidolin non può riuscire ad andare oltre le righe in ogni stagione, come finora ha fatto, e le parole di Pozzo potrebbero sfociare nell’insofferenza. Vero che ci sono grandi progetti, come la ristrutturazione dello stadio in corso. Ma il patron Gianpaolo e suo figlio Gino – a differenza di quanto ha fatto Cellino – le società all’estero sono riusciti a comprarle, e potrebbero anche stufarsi…