L’accelerazione è impressionante, l’abitacolo è spazioso, per di più è un veicolo elettrico. Parliamo della Tesla Model X, il SUV dell’azienda automobilistica fondata da Elon Musk, al centro di nuove polemiche. Sono molti i difetti lamentati dagli acquirenti. Considerando che il prezzo d’acquisto è di almeno 83mila euro, le aspettative erano ben diverse. Ma stando a quanto riportato dallo Spiegel, sono stati registrati problemi nell’apertura delle porte e al telaio, inoltre la vettura non sempre riesce a raggiungere i 250 km/h promessi, ma al massimo 210, a qualcuno si è guastato il riscaldamento della Tesla Model Y a due settimane dall’acquisto e quando ha usato l’app per chiedere la riparazione rapida ha ricevuto un preventivo di spesa di 2.850 euro. Il cliente avrebbe dovuto accettarlo subito, altrimenti i costi sarebbero stati a suo carico. Tesla peraltro si riserva il diritto di addebitare tutto ciò che non è coperto dalla “garanzia limitata per auto nuove“. Quindi, il timore è che l’azienda decida a propria discrezione quali danni saranno rimborsati e quali no.
Un acquirente comunque non si è fermato alle lamentele, ma ha fatto causa alla casa automobilistica statunitense, accusandola di “false dichiarazioni fraudolente“. Per il giornale tedesco cause di questo tipo sono frequenti nelle aule di giustizia tedesche e americane. Infatti, riporta che i dati mostrano una strisciante alienazione tra il pioniere delle auto elettriche e i clienti un tempo entusiasti. Anche gli investitori non sono tranquilli. In una recente classifica stilata dalla società di analisi statunitense J. D. Power, Tesla si è classificata all’ultimo posto con un valore di 226 problemi ogni 100 veicoli, appena davanti a Volkswagen, ma nettamente dietro a BMW, Ford, Toyota e Mercedes-Benz.
TESTA, RICHIESTE DI RISARCIMENTO IN AUMENTO
Problemi per Tesla anche in Cina, dove sta richiamando più di 80mila auto a causa di problemi al software e alle cinture di sicurezza. In California, i proprietari di veicoli Tesla invece hanno intentato una causa collettiva a metà settembre, accusando l’azienda di aver suscitato aspettative esagerate con il suo sistema di guida autonoma (“Autopilot“). Nel mirino anche la mancanza di una rete nazionale di concessionari e officine. Ne giovano i rivali, come General Motors, secondo cui la riparazione dei veicoli Tesla è «un’attività in crescita». Tesla sta allora pensando di avvicinarsi ai suoi clienti in Germania. Ad esempio, sta convertendo ex concessionarie di auto in centri di assistenza. Nonostante ciò, le richieste di risarcimento dei consumatori sono in forte aumento.
Ma torniamo all’uomo la cui Tesla non va oltre i 210 km/h. I legali di Tesla si difendono spiegando che non ha acquistato la nuova Tesla “Standard Range”, ma la più lenta versione precedente 75D in un periodo di transizione, quando i modelli erano appena stati cambiati. Il modello era già stato ribattezzato, ma non era ancora in grado di raggiungere la nuova velocità massima. Una spiegazione ritenuta assurda dal cliente. Secondo l’ADAC, il veicolo in questione è stato prodotto nel luglio 2019, quando Tesla aveva già da tempo cambiato la produzione con la nuova variante del modello. Ma per i legali dell’azienda statunitense, stando a quanto riportato dallo Spiegel, tutti i dati presenti sul sito web erano corretti ed escludono che al cliente sia stato offerto un veicolo con una velocità massima sbagliata. La parola finale spetterà al giudice, anche se il cliente spera in un accordo.