Tesla è crollata in Borsa, dove le sue azioni ora valgono l’11% in meno rispetto allo scorso anno. L’azienda, secondo i dati riportati da Il Sole 24 Ore, ha perso 200 miliardi di capitalizzazione in questo 2024. Gli utili inoltre sono in calo del 40%. Il brand di Elon Musk è l’unico tra i Magnifici Sette gruppi tech statunitensi ad avere  compiuto dei passi indietro. È per questo motivo che il patron non può non essere preoccupato e si sta di conseguenza interrogando sui motivi. 



Il colpevole sembrerebbe essere la Cina. Nell’ultimo anno, infatti, la casa di Austin, negli Stati Uniti, ha diminuito fino al 26,5% il prezzo della sua Model Y, il veicolo del marchio più popolare con 1,2 milioni di esemplari in circolazione. Una mossa che non si è rivelata sufficiente, però, per contrastare l’avanzata dei competitors. L’azienda è stata infatti comunque superata dalla BYD nel quarto trimestre. “Senza protezionismo e dazi, le case automobilistiche cinesi demoliranno i rivali globali”, ha annunciato Elon Musk.



Tesla crolla in Borsa, utili in calo del 40%: le mosse di Elon Musk

Il patron di Tesla dunque teme che, anche in virtù della pressione verso l’elettrico, il gap con i cinesi di BYD non sia facilmente colmatile. “La crescita sarà notevolmente inferiore”, ha previsto Elon Musk in relazione alla sua stessa azienda. La carta che l’imprenditore si sta giocando adesso è rappresentata dalla Model 2, un veicolo più economico, che dovrebbe costare meno di 30 mila dollari. Il modello più accessibile, la Model 3, si aggira intorno ai 38-40 mila dollari. L’obiettivo è dunque quello di arrivare ad un pubblico ancora più ampio. 



Elon Musk ha parlato di un “rivoluzionario sistema manifatturiero” che ha come punti di forza la rete di ricarica, le nuove batterie e la guida assistita dall’intelligenza artificiale. Nonostante ciò, le sue promesse non hanno convinto gli investitori, che sembrano ancora maggiormente attirati dal mercato cinese.