Nelle scorse ore un gruppo di manifestanti ha esposto un enorme striscione esternando il proprio dissenso verso Elon Musk, al negozio Tesla con sede a Milano, quello che si trova in piazza Gae Aulenti. Come riferito da molti media, a cominciare da MilanoToday, si è trattato di una protesta di alcuni attivisti del centro sociale Lambretta, noto per avere sede nel capoluogo lombardo, nei confronti appunto del manager di origini sudafricane, da qualche settimana a questa parte braccio destro del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Gli attivisti hanno denunciato il fatto che l’uomo più ricco al mondo stia finanziando movimenti di estrema destra a “livello globale”, definendolo come il “principale investitore dell’estremismo di destra”. Gli stessi attivisti puntano anche il dito nei confronti della sovvenzione della campagna elettorale di Donald Trump, che secondo loro avrebbe garantito al tycoon newyorkese la rielezione ai danni di Kamala Harris, la candidata per il Partito Democratico.
TESLA, PROTESTA ATTIVISTI: “GIORGIA MELONI…”
Non viene dimenticato inoltre il supporto all’Afd, il partito di estrema destro tedesco, “ma in generale ogni organizzazione di estrema destra”, aggiungono i protestanti. Infine, sottolineano come il CEO di Tesla abbia lanciato l’hashtag you are the media now, attraverso cui orientare l’informazione indipendente in senso populista.
Gli attivisti ce l’hanno anche con il governo italiano, sottolineando la vicinanza del presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ad Elon Musk, denunciando un accordo “diretto” per cedere allo stesso imprenditore “la gestione della sicurezza delle comunicazioni”, accordo che è saltato “fortunatamente”, dopo che la notizia è divenuta pubblica. I manifestanti che sono scesi in piazza Gae Aulenti davanti allo store Tesla di Milano, hanno annunciato già un’altra manifestazione, quella di domani, sabato 22 febbraio, in piazza 24 Maggio alle ore 15:00.
TESLA, CROLLO VENDITE DA QUANDO MUSK E’ AL GOVERNO
Da quando Elon Musk si è esposto politicamente, in tutto il mondo stanno nascendo delle azioni di dissenso nei confronti dello stesso imprenditore, in particolare fra i possessori di Tesla o i potenziali acquirenti, che stanno condannando pubblicamente le azioni dello stesso. A gennaio il calo di vendite di auto a marchio Tesla è stato eloquente in Europa, più del 50% e non è da escludere sia proprio da collegare a tale situazione. Ha pesato in particolare l’enorme decrescita in Germania, il mercato di auto principale in Europa, forse proprio per via della forte vicinanza fra Elon Musk e il partito di estrema destra nazionale.
Questa esposizione mediatica si sta quindi rivelando un boomerang per l’uomo più ricco al mondo? La risposta la avremo al termine dei dati finanziari di Tesla del Q1, il primo trimestre dell’anno, che si concluderà alla fine del mese di marzo, fra una quarantina di giorni. E’ evidente che se i dati di Tesla dovessero registrare un crollo nelle vendite qualcuno all’interno del consiglio di amministrazione potrebbe chiedere “la testa” di Musk: lui si farà da parte come già accaduto con l’ex Twitter? Staremo a vedere quello che succederà.