I coniugi Giuliano Rossini e Silvia Fornari, che avevano nascosto un tesoro da 15 milioni di euro nel loro giardino a Gussago, in provincia di Brescia, sono stati condannati a quattro anni di reclusione in primo grado con rito abbreviato per il reato di evasione. Una pena di tre anni dieci mesi, come riportato dal Corriere della Sera, è stata invece inflitta alla cognata Marta Fornari e al figlio ventiduenne Emanuele Rossini, nella cui mansarda erano stati rinvenuti numerosi contanti.



La coppia, incensurata, era riuscita a costruire un business milionario muovendo somme ingenti di denaro attraverso delle triangolazioni costruite sulla base di società di comodo, con coperture per acquistare in nero materiale ferroso e non solo. Il tutto alle spalle del fisco. In totale, erano stati evasi circa 93 milioni di euro di tasse, oltre a fatture false per mezzo miliardo e innumerevoli fondi neri. L’inchiesta ha visto coinvolte una settantina di persone, di cui altre cinque condannate con pene più lievi e altre due che hanno patteggiato. Essi erano prestanome, imprenditori complici, intestatari di conti correnti e utilizzatori di fatture.



Tesoro da 15mln nascosto in giardino: è solo una parte della maxi evasione dei coniugi Rossini

Il tesoretto ottenuto dai coniugi Giuliano Rossini e Silvia Fornari attraverso la maxi frode ai danni del fisco non è mai stato ritrovato nella sua interezza. Attraverso le intercettazioni telefoniche, ben 15 milioni di euro furono ritrovati sotterrati nel giardino e nel sottotetto della loro abitazione a Gussago, in provincia di Brescia. Poi un milione nella soffitta nell’abitazione del figlio Emanuele, nel medesimo comune. Infine, altri 3,5 milioni in due appartamenti di Brione.

La sensazione dell’accusa è però che manchino all’appello molte altre somme ottenute dalla coppia attraverso l’evasione, che potrebbero essere già state spese oppure ancora nascosti. La difesa, invece, sostiene che gli imputati hanno già condotto gli inquirenti a tutto il denaro a disposizione.