Al via del 13 aprile il nuovo test d’ingresso di medicina
Stanno per partire i test di ingresso per la facoltà universitaria di medicina. Per il primo anno, infatti, con una nuova norma del Ministero dell’Università, sono state cambiate le modalità di accesso e anche le tempistiche per sostenere i test. Ora, infatti, sarà possibile svolgere una prima prova già nel corso del quarto anno di superiori, che se non superata darà anche modo di accedere ad un secondo esame che si svolgerà nel corso dello stesso anno accademico. Il 13 aprile è la data fissata per la prima sessione annuale, mentre a fine estate ci sarà la classica data per sostenere il test di ingresso a medicina. Per la prima volta, insomma, sarà possibile sostenere ben due volte il test, già a partire dalla quarta superiore, con una nuova modalità.
Il sondaggio: “92% dei futuri medici ambisce allo stipendio”
Recentemente, inoltre, la starup Edtech Futura, che tra le altre cose si impegna per garantire agli studenti che lo chiedono una preparazione consona a svolgere i test di ingresso delle varie facoltà tra cui anche medicina, con la sua divisione nominata Accademia dei Test, ha svolto un sondaggio sul sentiment generale dei futuri studenti di medicina. L’obiettivo era comprendere se dietro alla scelta della carriera ci sia una vocazione, qualche ambizione economica, oppure questioni legate alla famiglia.
Dal sondaggio, svolto su 40mila ragazzi che faranno il test di ingresso di medicina, è emerso che circa il 62% dei futuri studenti si iscriverà per il desiderio di aiutare concretamente le persone. Solo il 3% degli intervistati l’ha scelto perché figli di medici, mentre il 28% punta sulla vocazione e il 7% parla soprattutto dei cospicui stipendi. Il 92% degli intervistati, inoltre, crede nelle possibilità di carriera, collegate anche ad aumenti importanti nella retribuzione. La maggior parte di loro, però, ritiene che il nuovo test di ingresso a medicina sia più competitivo di quello classico, mentre quasi tutti lamentano una scarsa informazione in merito. Non tutti loro, si evidenzia in conclusione, provengono da rami di studi prettamente scientifici, mentre ritengono che le possibilità di superare il test siano collegate anche alla capacità di gestione dell’ansia e dello stress.