I test di ingresso per la facoltà di Medicina di marzo 2024 potrebbero essere gli ultimi nella modalità tradizionale. Ad annunciarlo, in una intervista a Repubblica, è stata la Ministra dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini. “È evidente che così come sono non hanno funzionato”, ha sottolineato. È per questo motivo che intende cambiare il meccanismo in un futuro non troppo lontano.
“Abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto un meccanismo che ha generato un contenzioso penalizzante sia per le università che gli studenti: i famosi Tolc, alla prova dei fatti, hanno generato confusione. Ora si cambia e puntiamo a un meccanismo più equo che premi merito e conoscenze”, ha anticipato. L’obiettivo è quello di evitare le polemiche che ogni anno caratterizzano i test. “Io punto a un sistema efficiente, che valorizzi la preparazione degli studenti e garantisca meccanismi di accesso trasparenti. Ma è solo una prima tappa: siamo già indirizzati su un percorso di riforma complessiva per l’iscrizione a Medicina”
Test di Medicina, quelli del 2024 gli ultimi? La proposta di Anna Maria Bernini
I disegni di legge su come saranno i futuri test di ingresso a Medicina sono già stati realizzati dal Governo di Giorgia Meloni. “L’idea è consentire agli studenti di frequentare corsi caratterizzanti, sostenere degli esami e accedere alla facoltà in base all’esito. In questo modo affidiamo la preparazione alle università, sottraendola ai vari corsi extra-accademici. Affiancheremo le lezioni ad azioni di orientamento per supportare le scelte degli studenti”, ha spiegato la Ministra Anna Maria Bernini.
Un modello simile è in vigore in Francia, ma con alcune differenze. “Mi piace parlare di modello italiano. In Francia il ‘periodo filtro’ è molto lungo e ha generato criticità. La mia idea è un lasso di tempo molto più breve, tipo un semestre. Ma penso anche a meccanismi che consentano, a quanti non superano gli esami, di recuperare il lavoro fatto e accedere a un’altra facoltà”. È da capire, però, se ci saranno dei limiti nel numero di accessi. “Il numero chiuso per come lo abbiamo conosciuto ed ereditato non esiste già più. Abbiamo aumentato i posti di oltre 3mila unità quest’anno e l’incremento è stimato in 30mila nei prossimi 7 anni”, ha concluso.be