Con una precisione ormai rodata nel corso degli anni, l’arrivo del mese di maggio apre le porte ai test Invalsi sui quali si misureranno nel corso del mese gli studenti del secondo e del quinto anno della scuola primaria e poi – un paio di settimane più tardi – anche i loro ‘colleghi’ più grandi al secondo anno della secondaria. Differentemente, i ragazzi che frequentano l’ultimo anno della scuola media hanno già affrontato i temuti test Invalsi nel corso del mese di aprile e gli studenti prossimi alla Maturità vi si sono sottoposti nel corso di marzo.
Quella di maggio, insomma, è un po’ la chiusura del periodo di quiz che porterà alla pubblicazione definitiva dei risultati statistici: non c’è un periodo chiaro in cui gli studenti e le loro famiglie potranno consultare i risultati, ma in linea di massima si parla del periodo precedente o immediatamente successivo all’inizio del prossimo anno accademico. Inoltre, ricordiamo (con buona pace degli studenti) che gli esiti dei test Invalsi non influiranno in alcun modo sulla media, sul voto in pagella o – alle superiori – sull’accesso alla Maturità trattandosi di rilevazioni statistiche sul livello medio dell’istruzione sul nostro territorio.
Caldario e date dei test Invalsi 2024: al via dal 6 maggio fino al 31
Venendo al succo del calendario dei test Invalsi è importante distinguere innanzitutto tra scuola primaria e scuola secondaria: nel primo caso si inizia oggi (6 maggio 2024) con i quiz di inglese per i ragazzi del quinto anno e si proseguirà il 7 e il 9 maggio con le prove di italiano e poi quelle di matematica, sia nelle classi prime che nelle quinte; le secondarie, invece, inizieranno tra il 13 e il 15 maggio con le classi campione che prima delle altre affronteranno i test Invalsi, per poi raggiungere tutti gli studenti tra il 13 e il 31 maggio con la scelta delle date a discrezione dei singoli istituti.
Ai tanti studenti e familiari preoccupati per l’eventuale risultati, ricordiamo anche che sul sito ufficiale dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo – che di fatto promuove, convalida e analizza i test Invalsi – si trovano delle comode simulazioni e degli esempi di domanda, utili non tanto per performare, ma per aiutare i ragazzi a familiarizzare con i quesiti.
Iniziano i test Invalsi e scoppiano le polemiche: “Inutili, costosi e dannosi”
E mentre gli studenti iniziano a misurarsi con i test Invalsi – che almeno nelle primarie sono il primo esempio di ‘esame’ multidisciplinare della loro carriera – si riaccendono anche le sempreverdi polemiche sul sistema di valutazione, con la sigla sindacale Cosab in prima linea con uno sciopero per la scuola indetto il 9 maggio. La ragione è legata al fatto che i risultati “ogni anno restano invariati”, soprattutto per quanti riguarda “i divari tra il Nord e il Sud del Paese“, sintomo che i test Invalsi “non sono serviti a migliorare la didattica, a fronte di una spesa dello Stato di circa 300 milioni di euro” e del tempo perso di lezione per gli “allenamenti ai test”.