Test per l’ingresso alla facoltà di Medicina, si potrebbe andare verso lo stop al numero chiuso nelle università italiane grazie ai consensi espressi da parte di molte Regioni e con il parere favorevole del Ministero alla votazione del Ddl Campania, voluto dal presidente Vincenzo De Luca, che da tempo si batte per l’abolizione della selezione definendola “un marchettificio”. La bozza della proposta è stata presentata alla conferenza delle Regioni, favorevoli al sì insieme alla Campania anche Emilia Romagna e Veneto, oltre al ministro dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini.



Il disegno di legge prevede, in base a quanto specificato nell’articolo 1 “l’abolizione delle limitazioni all’accesso ai corsi universitari di area sanitaria, iscrizione libera quindi a partire dall’anno accademico 2024-2025, inoltre verrebbero istituiti nuovi percorsi di formazione, principalmente di tipo pratico, a partire dal terzo anno. In caso di approvazione, il nuovo decreto potrebbe contribuire a contrastare il fenomeno della carenza di personale medico sanitario, soprattutto nei pronto soccorso e nei servizi di medicina d’urgenza come le ambulanze medicalizzate.



Stop a numero chiuso a medicina, Regioni e Ministero verso abolizione test di ingresso

Il ddl Campania che propone di eliminare il numero chiuso per l’ingresso alla facoltà di medicina approderà presto al Consiglio regionale dopo essere stato inserito all’ordine del giorno della Conferenza delle Regioni. A favore ci sarebbe principalmente il ministro Bernini e oltre a De Luca che ne è stato principale promotore, anche i presidenti di Veneto ed Emilia Romagna. Una battaglia che unisce più partiti politici che sostengono congiuntamente la necessità di combattere le gravi carenze di personale negli ospedali specialmente al Sud.



Ma soprattutto per dare possibilità uguali per tutti, compresi gli studenti provenienti dalle famiglie meno abbienti che attualmente non possono permettersi di iscriversi ai test, a formarsi nel campo medico chirurgico. Un diritto allo studio che viene specificato anche in uno degli articoli in bozza:  “Al fine di acquisire il tipo di preparazione necessario, si rende di fatto necessario svolgere appositi corsi di formazione privati, con conseguente grave lesione del principio di eguaglianza, oltre che del diritto allo studio, così come declinato dalla Costituzione“.