I DUE DECRETI LEGATI ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA: SI VA VERSO TEST PSICO-ATTITUDINALI

Test psico-attitudinali d’ingresso e pagelle per i magistrati: durante la riunione del pre-Consiglio dei Ministri, il Governo ha presentato alla maggioranza alcune novità da apportare alla riforma della giustizia nei due decreti in arrivo con la riunione del CdM di questo pomeriggio.



Nell’esame preliminare dei due decreti sulla giustizia vede due tematiche centrali decise dal Governo: il primo provvedimento riguarda il “riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili”; il secondo invece prevede “disposizioni in materia di riforma ordinamentale della magistratura, e in particolare sulle valutazioni di professionalità”. Ebbene, l’ipotesi di fissare test psico-attitudinali d’ingresso per la magistratura nasce proprio da un’osservazione avanzata dal Governo al tavolo con i tecnici del Ministero della Giustizia; un iter che seguirebbe quanto già accade per i test d’ingresso per polizia ed esercito. Secondo quanto precisano fonti di Governo all’Adnkronos, «la norma non era nelle bozze dei provvedimenti», ma sul pacchetto di misure sono comunque in corso riflessioni.



DAI TEST ALLE PAGELLE PER I MAGISTRATI: ECCO COSA PUÒ CAMBIARE

Dopo il via libera finale del Consiglio dei Ministri, va però detto, non si trova il provvedimento sui test psico-attitudinali per i magistrati: il tema potrebbe a questo punto essere riproposto in futuro con un altro decreto, oppure si avvia all’archiviazione dopo l’interlocuzione ministeriale. Nelle ore in cui il tema giustizia è nuovamente al centro del dibattito politico dopo le dichiarazioni del Ministro della Difesa Guido Crosetto in merito a presunti gruppi di magistrati schierati per “fermare il Governo Meloni”, il tema dei test psico-attitudinali non è l’unico affrontato dal Governo.



Via libera in CdM ai decreti sulla giustizia, in particolare a quello sulle “pagelle dei magistrati” che era stato presentato come bozza già nelle scorse ore: l’ipotesi è quella del “fascicolo del magistrato”, che nei fatti sarebbe una valutazione dell’operato del singolo giudice, e andrebbe istituito presso il Csm. Dati, numeri, giudici compilati e procedimenti pendenti, ma anche «l’esito delle richieste o dei provvedimenti resi nelle fasi del processo, i verbali delle udienze», si legge nei documenti visionati nel pre-Consiglio. Il Csm è chiamato a valutare la singola toga con promozioni/bocciature ogni quattro anni, a partire dalla data di nomina: l’esame si concluderebbe dopo la settima valutazione, cioè dopo 28 anni di carriera. Come spiega l’ANSA citando la bozza del decreto approvato dal Governo in CdM, nel percorso dei magistrati sarebbero presenti anche altri diversi criteri di valutazione, con «step di valutazione e bocciature che passano dal Consiglio giudiziario, l’organo consultivo decentrato del Csm, e poi dallo stesso Csm, con controfirma finale dello stesso ministro».