Santo Di Nuovo, docente emerito di psicologia dei test all’Università di Catania, non vede di cattivo occhio i test psicologici e attitudinali per i magistrati. “Si tratta semplicemente di determinare all’ingresso in una professione se un candidato è equilibrato. Dov’è lo scandalo? Dov’è la difficoltà? Si fanno da un secolo, per chiunque” sottolinea a Il Giornale. I test si possono fare senza invadere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura? Secondo il professore, sì: “Ma certo che si possono fare! Nelle selezioni che noi facciamo i test psicometrici sono utili all’interno di una valutazione complessiva, non possono essere utilizzati sciolti. Aggiungono semplicemente degli elementi di valutazione in più”.
Le preoccupazioni in merito all’autonomia, secondo Di Nuovo, sono infondate: “Per ogni professione ci sono criteri per stabilire quali sono le competenze tecniche e le caratteristiche utili. Si fa da sempre, iniziò un secolo fa padre Agostino Gemelli che faceva i test ai piloti d’aereo su incarico del governo. Oggi sono previsti per un sacco di professioni, non vedo l’ostacolo a farli anche per i magistrati. (…) Qui si tratta invece di test psicoattitudinali che sono fattibilissimi, non ledono nessuna prerogativa, consentono semplicemente di prendere persone adeguate alla professione cui sono destinate. Certo, facendoli solo all’inizio della carriera non si ha la certezza che uno poi non perda la bussola strada facendo. Millanterei se dicessi che un test accurato può dirci come si comporterà un soggetto tra venti o trent’anni. La gente cambia. Uno può essere equilibrato oggi e poi andare fuori di testa”.
Test psicologici per i magistrati. L’esperto: “Servono, come per i militari”
Quella di giudice è una professione particolare e secondo Santo Di Nuovo, i test psicologici potrebbero aiutare davvero nella valutazione. “Le assicuro che siamo in grado di preparare le batterie di test adeguati anche per gli aspiranti magistrati” spiega ancora a Il Giornale. Da testare ci sarebbero “in primo luogo le capacità logico-deduttive. Non dico che devono essere tutti degli Sherlock Holmes, ma quel tipo di capacità è sicuramente alla base del loro lavoro, è uno dei predittori ed è semplice da valutare”. Secondo il docente tutto può essere testato, “dipende che tipo di magistrato si vuole. Una quota di cinismo io penso che per loro sia indispensabile. Penso alla mia esperienza come giudice onorario nel tribunale dei minorenni, lì se ci si fa governare dall’empatia va a finire che si giustifica qualunque cosa e non si condanna più nessuno. Anche l’empatia verso le vittime va tenuta sotto controllo, altrimenti nei processi per codice rosso si condanna sempre”.
Di Nuovo, però, ne è certo: i test psicoattitudinali “servono per i militari che devono andare in guerra e quindi servono anche per i magistrati. Sono entrambe professioni pericolose, per sé e per gli altri”. Il test per i futuri giudici, a detta del docente, dovrebbe essere però diverso rispetto a quello per i magistrati. Farlo uguale “sarebbe uno sbaglio, le capacità da testare sono diverse, un magistrato giudicante deve avere sicuramente delle caratteristiche diverse da uno che fa le indagini: da uno ci si aspettano capacità valutative elevate, al pm si possono testare aspetti simili a quelli di un poliziotto. Ma per fare test separati dovrebbero prima separare le carriere”.