Le Iene hanno approfondito gli accordi che la regione Lombardia hanno preso sui cosiddetti test pungidito. In particolare l’ospedale San Matteo di Pavia, come spiegato nel video della trasmissione d’inchiesta di Italia Uno, ha sottoscritto un accordo con l’azienda Diasorin, che fornisce i test diversi rispetto ai sierologici rapidi “pungidito” e che ha riconosciuto una royalty dell’1% per ogni test venduto. Una pratica che secondo la concorrenza potrebbe aver influenzato la Regione, pur non essendoci prove in merito, riguardo alla scelta di effettuare o meno i test. Orientandosi su un tipo diverso di test, pur meno veloce ed efficace, l’Ospedale potrebbe aver ottenuto un beneficio economico a discapito della salute della collettività. Accuse gravi che infatti hanno creato grandi polemiche nell’ambiente, ma che se confermate potrebbero scatenare un vero e proprio terremoto, l’ennesimo, nella sanità lombarda. (agg. di Fabio Belli)



TEST PUNGIDITO, L’INCHIESTA DELLE IENE IN LOMBARDIA

In questa lunga, lunghissima pandemia di Coronavirus, la scienza medica sta cercando di fornire all’umanità non soltanto risposte per il futuro (vaccini), ma sta valutando anche le soluzioni da adottare nel presente per arginare il contagio. Come fare? Isolando i positivi, trovando gli asintomatici, acquisendo dati. In altri termini: testando e tracciando. Nelle scorse settimane è emersa con prepotenza la possibilità dell’esecuzione del test sierologico rapido, il cosiddetto “pungidito”, per il quale sono necessari davvero pochissimi elementi: un’unica goccia di sangue, un reagente e un po’ di pazienza. Anzi, neanche troppa a dire la verità: sono sufficienti quindici giri d’orologio per conoscere il verdetto. Una soluzione talmente pratica e agevole che numerose regioni d’Italia hanno scelto di sposare tale iniziativa, avviando l’esecuzione dei test pungidito “a tappeto”. Fra queste, però, non vi è la Lombardia, epicentro dell’epidemia nel nostro Paese. Un’assenza che, va da sé, fa rumore e induce alla riflessione: perché dove si sono verificati più casi positivi, questa chance viene cestinata?



TEST PUNGIDITO, LA LOMBARDIA NON LI FA: “LE IENE” INDAGANO

Un quesito logico e che si sono posti anche gli inviati de “Le Iene”. Uno di essi in particolare, Gaetano Pecoraro, ha deciso di approfondire la questione, realizzando un servizio che sarà trasmesso in prima serata dalle 21.10 di quest’oggi, martedì 12 maggio 2020, su Italia 1. D’altra parte, soltanto nei giorni scorsi Massimo Galli, primario di Malattie Infettive dell’ospedale “Sacco” di Milano, sottolineava su “La Repubblica” il rischio di un nuovo lockdown con la Fase 2, soprattutto nella metropoli meneghina, dove la situazione “è un po’ una bomba, perché in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia e abbiamo un numero altissimo di infettati che ora tornano in circolazione. È evidente che siano necessari maggiori controlli. Si utilizzino i test rapidi, i cosiddetti ‘pungidito’, che potrebbero comunque essere utili. Dunque, se anche uno dei massimi esponenti della medicina milanese è concorde, perché la Lombardia non ci sente? La risposta, che potrebbe evidentemente essere collegata all’affidabilità dei kit pungidito, potrebbe giungere proprio stasera.

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