Da quando le feste di Natale sono entrate nel dibattito politico, in vista del nuovo Dpcm, gli italiani si stanno interrogando sulla possibilità di sottoporsi a tampone rapido prima di riunirsi per pranzi e cenoni. Ma bisogna fare attenzione all’affidabilità dei test rapidi Covid: non tutti sono uguali. «In commercio ci sono quasi 200 diversi tipi di tamponi rapidi, ma non sono tutti uguali. Alcuni sono decisamente più affidabili di altri», ha dichiarato Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione Microbiologi Clinici italiani e della Federazione Italiana Società Scientifiche di Laboratorio, ai microfoni del Corriere della Sera. Ci sono tamponi con sensibilità sopra l’85%, altri anche sopra il 90%, mentre ce ne sono altri con percentuali di successo molto inferiori, anche al di sotto del 50%. Quindi per Clerici «l’utente dovrebbe chiedere di fare un tampone con alta sensibilità, diciamo al 90-95%». A differenza di quanto accade per farmaci e vaccini, per i tamponi non c’è un ente regolatore per valutare l’efficacia, quindi bisogna affidarsi ai dati forniti dal produttore.
“TAMPONI RAPIDI? PROBLEMA SENSIBILITÀ…”
Alcuni centri ospedalieri, ha spiegato Pierangelo Clerici, hanno fatto delle valutazioni: «In alcuni casi è emersa sensibilità o specificità inferiore a quella dichiarata dai produttori, in molti altri i dati pubblicizzati si sono rivelati veritieri». Ma il tampone pre-festa non è la soluzione. Ci sono infatti dei limiti e delle variabili: «Se la carica virale è molto bassa il test non riesce a rilevare il virus e il risultato sarà un falso negativo. Una persona appena contagiata potrebbe risultare negativa al tampone rapido, ma in quel momento potrebbe essere già contagiosa». In media dal contagio alla replicazione trascorrono 24 ore. «Per, questo, per essere più sicuri di ottenere un risultato veritiero, il tampone andrebbe fatto dopo 48-72 ore dal presunto contagio». Ma pure la cineteca virale non è uguale per tutti: «C’è chi è più o meno veloce nella reattività all’infezione. Qualcuno potrebbe iniziare a moltiplicare il virus prima di altri». In sostanza, il tampone fotografa un istante. Si può risultare negativi, ma infettarsi poi nelle ore successive, prima dell’incontro familiare. «Oppure potrei risultare negativo, anche se magari sono stato appena contagiato ma il tampone non è ancora in grado di rilevare la positività perché il virus è poco e non ha ancora cominciato a replicare».
“TEST RAPIDI NON SONO PASSAPORTI PER CENONE”
L’alternativa è sottoporsi al tampone e poi chiudersi in casa fino a Natale. «Il tampone rapido non può essere un passaporto per il cenone perché potrebbe arrivare a tavola gente che in realtà è positiva per i mille motivi che abbiamo elencato», ha dichiarato Pierangelo Clerici al Corriere della Sera. «Bisogna fare un check dei nostri comportamenti nelle ultime 48-72 ore. Se si è certi di non essere stati a contatto con persone positive, di non aver avuto attività sociali e di non aver avuto comportamenti a rischio come prendere mezzi pubblici affollati o mettersi in coda davanti ai negozi senza mascherina mi sentirei abbastanza tranquillo se il pranzo lo si condivide con i congiunti che abitualmente si frequenta e che negli ultimi 2-3 giorni non hanno incontrato nessun altro». Ma dove farli? La situazione è diversificata. Ci sono regioni dove anche il tampone dal privato è off limits, altre invece dove ci si può sottoporre pure ai tamponi rapidi al costo di 22 euro, come nel Lazio, che ha siglato un accordo con i laboratori.