Un’approfondita inchiesta di Sky Tg24 ha messo in evidenza ieri la clamorosa – se verificata – inaffidabilità dei test antigenici “Biocredit Covid 19 Ag”, i famosi “test rapidi” forniti dal Commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri a partire dal mese di ottobre. in pratica, secondo lo studio pubblicato su un’importante rivista scientifica (il Journal of Clinical Virology) i test potrebbero sbagliare fino a 6 volte su 10, con una sensibilità comunque molto bassa che si attesta tra l’11,1% e il 45,7%. Rispetto ai tamponi molecolari, i test antigenici sono già considerati dalla comunità scientifica meno efficaci, ma le performance così basse dei test acquistati dal Commissario Arcuri in Corea del Sud potrebbero stroncare ulteriormente l’utilità di questi esami che fanno risparmiare soldi e tempo rispetto ai “colleghi” tamponi.
MISTERO SULLA VALIDAZIONE DEL BANDO
Secondo lo studio Usa, i test rapidi ogni 10 persone affette di Covid-19 riescono ad individuare solo 4: un bando costato complessivamente 32,7 milioni di euro è stato più volte evidenziato da Arcuri come un grande risultato nell’organizzazione del Governo. Ora però lo studio scientifico rischia di ridimensionare e non poco l’entusiasmo dalle parti di Invitalia: secondo quanto riportato sul portale della Presidenza del Consiglio, si apprende come i requisiti minimi dei test rapidi debbano ricevere un’approvazione da parte di «agenzie regolatorie nazionali o internazionali che diano sufficienti garanzie di affidabilità oppure che sia stato già validato da un laboratorio accreditato del nostro Paese». Dopo l’uscita dello studio sulla rivista scientifica, Sky Tg24 ha provato a chiedere informazioni ulteriori a Invitalia (di cui Arcuri è il Presidente, ndr) per capire dove e quali siano i documenti di validazione: «non abbiamo ricevuto risposta. L’unica documentazione disponibile è quella fornita dall’azienda che li produce che ne attesta una sensibilità superiore al 90%».