Già lo scorso marzo, nel pieno della prima ondata della pandemia, erano stati sollevati dubbi sulla reale efficacia dei cosiddetti test rapidi, il tampone effettuato in farmacia o in laboratorio che permette di conoscerne l’esito nel giro di 15 minuti, rispetto alle 24 o anche 48 ore dei tamponi molecolari. A questi dubbi si aggiungono adesso le conclusioni di uno studio effettuato dal Centro ricerche Altamedica di Roma su 332 pazienti. Ebbene, il risultato che ne è scaturito rivela che “quasi una persona su due che risulta negativa è ancora infettiva, con l’effetto controproducente della diffusione del contagio”. Risultato particolarmente deludente, se confermato, alla luce del fatto che il ministero della Salute ha autorizzato i test rapidi per tutti i familiari che intendono andare a trovare i propri parenti ricoverati nelle Rsa. Secondo il professor Massimo Ciccozzi, responsabile Unità di ricerca in statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell’Università Campus biomedico di Roma, “il risultato di questa ricerca è alquanto strano, vista la quantità di persone negative infette che avrebbe trovato. Il test antigenico per quanto ci risulta, ovviamente senza aver visto lo studio citato, ma solo le dichiarazioni rilasciate dai media, ha una affidabilità ben maggiore”.



Questa scarsa sensibilità dei semplici test rapidi le sembra possibile? Qual è la sua opinione sui tamponi antigenici?

Un risultato del genere, pur non avendo letto nello specifico il contenuto dello studio né come sia stato effettuato, mi sembra sinceramente basso, cioè che il 50% delle persone negative risultino ancora infettive. Personalmente sapevo che era più alta la specificità del virus, quindi la possibilità di trovare soggetti negativi. Se una persona era negativa non aveva bisogno di un test molecolare, mentre se era positiva doveva essere convalidata dal test molecolare, quello sull’Rna. Altrimenti non si eseguiva alcun test aggiuntivo.



Quindi per lei il test rapido è affidabile?

Assolutamente, perché presenta una elevata specificità. È un test di screening, ovviamente, per questo va controllato con un test diagnostico molecolare sull’Rna, però è abbastanza affidabile. Su questi principi si basa anche il test salivare.

Infatti ci sono diversi tipi di questo test, è vero?

C’è quello salivare, che è senz’altro il migliore, che ci dice se l’infezione è in corso. C’è poi il cosiddetto pungi dito, che serve invece per cercare eventuali anticorpi. La validità del tampone rapido è data anche dal fatto che lo si usa ormai da tempo in tutti gli aeroporti, dove non si possono aspettare 24 ore per conoscere il risultato.



Adesso il ministero della Salute ne ha autorizzato l’uso per i familiari che vanno a trovare parenti ricoverati nelle Rsa. Il che significa che il test è considerato valido?

Sì. Per questo mi pare strano che dia una specificità del 50%. Ma, ripeto, bisogna capire come è stato condotto lo studio di Altamedica.

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