1,4 milioni di italiani con gli anticorpi Covid e una sieroprevalenza pari al 2,5% su 64.660 persone (il campione iniziale previsto era di 150mila soggetti): come hanno spiegato gli esperti del Ministero della Salute e del Cts, le tecniche adottate hanno permesso la produzione di stime coerenti nonostante il ridotto numero di casi testati, sia con i dati di contagio e mortalità sia con risultati di indagini condotte a livello locale in alcune realtà del Paese. La Lombardia raggiunge il massimo con il 7,5% di sieroprevalenza, di fatto 7 volte il valore delle Regioni a bassa diffusione del Covid, tutte nel Mezzogiorno. La prevalenza degli anticorpi al Sars-Cov2 è praticamente simile per tutte le classi di età, anche se il livello più basso all’1,3% si registra per i bambini piccoli mentre per gli anziani è all’1,8%; sono ovviamente gli operatori della sanità i più colpiti (9,8%) mentre per la ristorazione gli addetti arrivano oltre il 4%. «Il dato 2,5% di sieroprevalenza può sembrare piccolo, ma può trasformarsi in qualcosa di problematico se non rispettiamo la prudenza», ha spiegato il Presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, «La percentuale rappresenta la variazione territoriale, che è l’elemento importante. Ciò vuol dire che probabilità di incontrare una persona positiva è del 2,5%. Se incontro venti persone, ho il 50% di possibilità di incontrare una persona positiva al coronavirus».



RISULTATI INDAGINE SIEROLOGICI

Un milione 482mila persone

hanno sviluppato gli anticorpi per il Sars-CoV-2, Questo il numero delle persone risultate con IgG positivo, cioè il 2,5% della popolazione residente in famiglia. Sono i primi risultati dell’indagine di sieroprevalenza sul coronavirus illustrati in conferenza dal Ministero della Salute e Istat. Quindi, le persone entrate in contatto col virus sono 6 volte di più rispetto al totale dei casi registrati ufficialmente durante la pandemia con l’identificazione del Rna virale. Questi però sono risultati “provvisori”, relativi a 64.660 persone che hanno effettuato il prelievo e il cui esito è arrivato entro il 27 luglio. Non è stato infatti possibile raggiungere i 150mila soggetti programmati inizialmente, ma le tecniche adottate hanno permesso di adottare delle stime coerenti, sia con i dati di contagio e mortalità che con i risultati delle indagini condotte a livello locale in alcune realtà del Paese. Inoltre, è emerso che il 27,3% sono asintomatici. (agg. di Silvana Palazzo)



TEST SIEROPREVALENZA COVID, RISULTATI IN DIRETTA

Alle ore 17 oggi presso l’Auditorium del Ministero della Salute verranno presentati i risultati dell’indagine di sieroprevalenza sul Sars-CoV-2 con una diretta video streaming sui canali social del Ministero: interverranno a commentare i risultati dei test sui 150mila (in 2 mila Comuni) iniziato lo scorso 25 maggio il ministro della Salute, Roberto Speranza, il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, la direttrice centrale Istat, Linda Laura Sabbadini, il presidente del Css, Franco Locatelli, il presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. Dopo inizio della pandemia e i primi decreti emergenziali, a fine maggio scorso il Ministero della Salute con Istat e Croce Rossa Italiana mise a punto una indagine nazionale sui test sierologici per valutare come, quanto e in che modo gli italiani abbiano sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche in assenza di sintomi principali del Covid-19.



TEST SIEROLOGICI: TRA RISULTATI E FLOP

Tra flop annunciati nelle scorse settimane – dove solo il 25% delle persone contattate avevano dato l’assenso all’indagine di sieroprevalenza – e speranze iniziali, l’indagine sulla sieroprevalenza condotta in questi mesi dovrà fornire un’importante base di ricerca anche per i futuri studi sul vaccino anti-Covid oltre che gettare un’idea di come potrà avvenire la strategia contenitiva in vista di una potenziale seconda ondata dall’autunno in poi. Gli esiti dell’indagine diffusi in forma anonima e aggregata, spiega il Ministero della Salute, «potranno essere utilizzati anche per altri studi scientifici e per l’analisi comparata con altri Paesi europei. Per ottenere risultati affidabili e utili è fondamentale che le persone selezionate per il campione aderiscano. Partecipare non è obbligatorio, ma conoscere la situazione epidemiologica nel nostro Paese serve a ognuno di noi». Nelle scorse settimane ai singoli partecipanti all’indagine sono già stati comunicati i singoli risultati del test sierologico, qualora fosse stato positivo se la persona non è stata testata in passato, andava sottoposta a tampone naso-faringeo possibilmente entro le 24 ore successive alla comunicazione del risultato del test sierologico. In attesa del risultato del tampone, il Dipartimento di Prevenzione poteva emanare un provvedimento di isolamento domiciliare, sulla base del quale il medico di medicina generale poteva rilasciare un certificato per l’assenza dal lavoro.