Non si può più negare che la protezione nei vaccinati, mediocre con Omicron nei primi mesi, poi si azzeri, e che infine si infettino di più“. A scagliarsi contro i vaccini Covid è il dottor Alberto Donzelli, ex membro Css (e non dell’Istituto superiore di sanità Iss come inizialmente ed erroneamente indicato, qui le precisazioni ndr) e membro di una Commissione medico-scientifica indipendente che da oltre un anno chiede un confronto scientifico con le istituzioni, non trovando però alcuna apertura. “L’ultimo bollettino dell’Iss evidenzia che i tridosati di 40-59 anni hanno addirittura il 67% di diagnosi di infezione in più rispetto ai non vaccinati, i bidosati il 25%“, dichiara a La Verità alla vigilia della sentenza della Corte costituzionale, che domani si pronuncerà sull’obbligo vaccinale.



Tra le 15 ordinanze di remissione in Corte c’è quella del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana (Cgars) che lo scorso 22 marzo aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale, ritenendo sufficiente che il vaccino non prevenisse il contagio ma comunque le forme gravi di una malattia. Ma per Alberto Donzelliper ammettere un trattamento obbligatorio per legge” è “necessaria anche la tutela degli altri, provando che essere vaccinati riduce la possibilità di infettarsi e infettare“. Ma il vaccino, rimarca Donzelli, non blocca il contagio. Eppure il Cga sostiene che il requisito possa essere comunque soddisfatto, in quanto “il vaccinato grava meno sugli ospedali, sollevando quindi il servizio sanitario da carichi eccessivi“. Ma per Donzelli, che nell’intervista non cita dati precisi, “il carico sugli ospedali è aggravato dai vaccinati“.



VACCINI COVID, DONZELLI SU EVENTI AVVERSI E MORTALITÀ

Alberto Donzelli contesta i vaccini Covid anche per gli eventi avversi. “Sono stati di più nei soggetti vaccinati rispetto ai non vaccinati, ma l’aumento non arriva alla significatività statistica“, spiega a La Verità. Per quanto riguarda gli effetti collaterali gravi di interesse speciale, un sottotipo degli eventi avversi gravi, “nei pool Pfizer e Moderna, rispetto al gruppo placebo, sono di più in maniera statisticamente significativa. L’eccesso tra i vaccinati è superiore da due a cinque volte rispetto all’eccesso di ricoveri Covid registrato nei gruppi placebo“. La tesi di Donzelli è che il gruppo dei vaccinati abbia avuto meno ricoveri, ma abbia comunque gravato di più sui sistemi sanitari. “I soggetti del gruppo dei vaccinati hanno avuto più eventi gravi di speciale interesse, alcuni permanenti. Con Moderna, due volte di più, con Pfizer, cinque volte di più dei ricoveri Covid risparmiati“.



Questo vuol dire per l’esperto che i vaccinati sono stati ricoverati meno per Covid, ma più per altri eventi. “Sì, l’ulteriore dimostrazione l’abbiamo dal trial Moderna sugli adolescenti: le tre ospedalizzazioni registrate si sono avute nel gruppo dei vaccinati“. Neppure per gli adolescenti, secondo Donzelli, si può affermare che sia stato alleggerito il carico degli ospedali: “I ragazzi vaccinati hanno avuto quasi 4.000 reazioni avverse locali di cui quasi 400 gravi, quasi 4.000 reazioni avverse sistemiche di cui poco meno di 400 gravi, e tre accessi all’ospedale“. Non poteva mancare un riferimento alla mortalità. In questo caso, Donzelli cita l’Ufficio nazionale per le statistiche del Regno Unito, che avrebbe registrato quest’anno “un eccesso di mortalità nei vaccinati con una o due dosi, e preoccupanti e generali tendenze all’aumento con le tre dosi“. Dati che in Italia l’Iss non ha a disposizione. “Hanno risposto che non li hanno“.