Scandalo a livello internazionale, dopo l’emersione delle torture choc della Cia ai danni di un detenuto del carcere di Guantanamo, Ammar al-Baluchi. La notizia ha rapidamente fatto il giro del mondo, sconvolgendo l’opinione pubblica per la brutalità e i metodi violenti utilizzati dai componenti dell’agenzia di spionaggio e riportati in alcuni documenti governativi con dovizia di particolari. Da essi si evince che il prigioniero venne usato alla stregua di un oggetto vero e proprio durante l’opera di addestramento del personale Cia nel corso del 2008, dunque ormai 14 anni fa.



Al-Baluchi è un terrorista e informatico pakistano che nel 2003 era prigioniero all’interno di un “black site” in Afghanistan e, in base a quanto si apprende dal report diffuso, le tecniche di interrogatorio che furono messe in pratica nei suoi confronti sconfinarono di gran lunga rispetto ai limiti del consentito, andando a permeare la sfera delle sevizie. Come scrive l’agenzia di stampa nazionale ANSA, fra i metodi adoperati ci fu il cosiddetto (e cruento) “walling”, al quale l’uomo fu sottoposto per ore e ore nel corso di sessioni differenti, fino a quando tutti gli agenti della Cia non erano perfettamente in grado di ricorrervi senza errori o tentennamenti.



TORTURE CIA: IL “WALLING” E I DANNI CEREBRALI DI AL-BALUCHI

Ma cos’è esattamente il “walling”, una delle torture della Cia? Si tratta nello specifico di un’azione che consiste nell’avvolgere il collo di una persona con un collare, che successivamente serve per controllare l’individuo e sbattere la sua testa contro un muro. Per giunta, mentre questo procedimento aveva luogo, al-Baluchi sarebbe stato completamente nudo.

L’ANSA dice poi che nel 2018 il prigioniero fu sottoposto a un esame specifico, ovvero una risonanza magnetica, che ha rivelato danni cerebrali, evidentemente indotti dalla pratica cruenta della Cia. Nota a margine: il personaggio di al-Baluchi è presente anche all’interno del film “Zero Dark Thirty” (2012), che vide alla regia Kathryn Bigelow. Stiam parlando di un lungometraggio imperniato sulle operazioni dei servizi segreti che hanno condotto alla localizzazione e all’assassinio di Osama Bin Laden il 2 maggio 2011.