Due differenti verità parallele ma opposte: sarebbe emerso questo dai verbali dell’inchiesta sul caso di Ciro Grillo: da una parte quella raccontata dai testimoni davanti agli inquirenti e dall’altra quella davanti al tribunale mediatico. E’ quanto messo in luce da La Verità che ad esempio evidenzia le parole dell’istruttrice di kitesurf, Francesca Brero, la quale parlando di S.J., la studentessa che ha denunciato il presunto stupro di gruppo, il 27 agosto 2019 ha dichiarato agli inquirenti: “Quando ci siamo presentate mi è sembrata una ragazza vivace, solare ed estroversa. Posso dire che era eccitata ed euforica”. L’istruttrice aveva aggiunto che non avrebbe avuto alcuna confidenza sui fatti della serata in Costa Smeralda escludendo che avesse potuto abusare di alcolici “perché non le avrei consentito di iniziare la lezione”. Sullo stato d’animo della ragazza aveva aggiunto: “il suo stato d’ animo potrebbe essere motivato dalla spensieratezza della sua età, dall’ essere in vacanza e dal praticare uno sport, il kite surf, con successo e dalla performance, come detto, che ha avuto quel pomeriggio con me”.
Al Corriere della Sera però, il 9 maggio scorso la stessa donna fornisce una differente ricostruzione. Parlando di S.J. aveva detto: “quel giorno era arrivata in semi hangover, non proprio al massimo della lucidità, diciamo così. Mi è sembrata stonata, di quelle ragazze che arrivano stanche a fare la lezione, di sicuro non lucida”. Ed in merito alla serata trascorsa in Costa Smeralda avrebbe aggiunto: “Mi ha detto che avevano bevuto parecchio, come le ragazze di quell’ età che fanno le sei del mattino. Arrivano stanche e lei lo era sicuramente molto”. E mentre ai Carabinieri aveva detto che la lezione si era conclusa con “un’ottima performance” della giovane, al Corriere aveva detto che “non ce l’ha fatta a finirla”.
TESTIMONI CASO GRILLO CAMBIANO VERSIONE
Come sottolinea ancora La Verità, anche la versione dell’istruttore Marco Grusovin mostrerebbe alcune anomalie. Sentito dai Carabinieri di Olbia aveva detto di conoscere S.J. dall’anno precedente. Per questo tra i due c’era una certa confidenza al punto tale da aver accolto il racconto di un precedente stupro in Norvegia. Sentita la storia però, l’istruttore aveva ritenuto che la giovane volesse attirare solo la sua attenzione ed a verbale aveva definito il racconto “confuso e contraddittorio” precisando “Non ho creduto più di tanto a quello che mi stava dicendo”. Nella puntata di Quarto Grado del 7 maggio scorso però, arriva la versione differente. S.J. a suo dire “era dolorante e molto confusa” ma non ha mai messo in dubbio la sua versione. Un cambio di versione rispetto a quella resa agli inquirenti, scrive il quotidiano, sarebbe avvenuto anche per quanto riguarda i due gestori del Bed and breakfast in cui avevano alloggiato le ragazze.
“Durante il loro soggiorno le abbiamo viste poco e posso dire che erano tranquille […]. Non ho notato situazioni particolari e le due ragazze erano molto serene […]”, avevano detto ai Carabinieri, e Daniele Ambrosiani aveva anche aggiunto di avere avuto la sensazione che “erano entrambe felici”. A Non è l’Arena però l’albergatore aveva fornito una versione differente: “Da quel ritorno in taxi, da questa serata, non ci sono più sembrate le stesse ragazze allegre e spensierate che ci eravamo abituati a vedere […]. Soprattutto la ragazza che poi abbiamo scoperto aver fatto la denuncia era diventata schiva. Era diventata molto riservata e più che altro triste. […] Avendo un Bed and breakfast gli ospiti vivono a casa nostra, fanno colazione con noi, quindi il rapporto anche se sono quasi sconosciuti è quotidiano”. Sempre lo stesso testimone alla medesima trasmissione ma il 9 maggio scorso avrebbe definito il verbale “impreciso” e che quelle riportate sarebbero le persone della fidanzata “non le nostre”. Noi con gli inquirenti abbiamo parlato per più di un’ ora e quello che c’ è nel verbale sono i primi cinque minuti. Forse hanno voluto trascrivere solo quelle parole. Sul momento probabilmente anche noi forse siamo stati un po’ vaghi. Pensavamo che ci venissero a chiedere addirittura qualcosa che avevano fatto le ragazze”. E asserisce di non aver mai detto che erano “felici”. Adesso gli inquirenti potrebbero voler risentire nuovamente i testimoni: hanno mentito o è stato un errore degli investigatori?