Gio Evan è stato il quarto artista a calcare il palco del teatro Ariston al Festival di Sanremo 2021 in occasione della finalissima, che questa sera decreterà il vincitore della kermesse canora più celebre d’Italia. La sua “Arnica” convince tantissimo dal punto di vista del testo, che risulta essere accurato, figlio di un prezioso labor limae, che fa sì che la canzone risulti davvero interessante da seguire e comprendere. Tuttavia, a livello di vocalità, in queste cinque serate l’artista sembra essersi contenuto, quasi come se non fosse riuscito a lasciarsi andare fino in fondo, probabilmente frenato dall’ansia del debutto.

In ogni caso, Gio Evan sui social ha conquistato tantissimi follower già prima del Festival e dopo questa partecipazione non potranno che aumentare. Le idee proposte sono interessanti, la vocalità non dispiace: i requisiti per una carriera musicale ci sono tutti, in buona sostanza. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

GIO EVAN, TESTO DI “ARNICA”

Gio Evan canta “Arnica” al settantunesimo Festival di Sanremo. L’autore del brano è stato intervistato da RaiPlay, di fronte alle cui telecamere ha raccontato il significato e la genesi del singolo: “L’arnica è una pianta perenne nonostante le sue ossature fragili e la sua metamorfosi è una crema che va ad alleviare gli urti del mondo. Ho usato questa canzone proprio per alleviare i danni che il mondo mi ha fatto. Le sonorità? Sarà una poesia, in quanto io sono più uno scrittore che un cantautore, vengo dagli alfabeti, prima dei silenzi, e tutto quello che canto è un dono dovuto a una poesia troppo ‘scodinzolante'”. Con quale stato d’animo Gio Evan sarà sul palco dell’Ariston? “Mi piacerebbe saperlo. Diciamo che sono sempre un contenitore pieno di emozioni e a priori immagino ci saranno eccessiva timidezza, gratitudine, gioia e spavento. Vediamo se riusciremo a equilibrare meglio gli impatti”. Quanto al tema della rinascita che accompagnerà la kermesse canora matuziana, il cantante ha detto che mi piace, perché significa nascere ancora, non di nuovo. Significa che sei sempre lì, nel cerchio della vita. Mancanze dovute a questo periodo? Mi sto impegnando a lavorare bene nelle mie piccole meditazioni composte, solitarie, in cui cerco di farmi venire vicino tutto ciò che è lontano”. Infine, per quanto concerne i rituali scaramantici, Gio Evan ha asserito che “qualsiasi mio gesto e pensiero considera il sacro. Ne ho troppi forse, sono un concentrato di rituali, tratti anche da religioni sciamaniche”.

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TESTO COMPLETO “ARNICA” GIO EVAN

Gio Evan debutta al Festival di Sanremo con “Arnica”, un brano permeato da uno spiccato linguaggio poetico, ma legato tutto sommato a immagini che fanno parte dell’ordinario, nelle quali ciascuno di noi si può identificare con estrema facilità. Di seguito riportiamo il testo completo della canzone (fonte: Tv Sorrisi e Canzoni).

E sbaglio ancora a vivere e non imparo la lezione
Prendere in tempo il treno, e poi sbagliare le persone
E sbaglio ancora a fidarmi a regalare il cuore agli altri
Che poi ritorna a pezzi curarsi con i cocktail e fare mezzanotte e non risolvere mai niente
Cerco un amico per un buon tramonto insieme
Voglio arrivare all’alba e dire dai di nuovo
E voglio farmi scivolare il mondo addosso
E non scivolare sempre io
E volo con la testa tra le nuvole
Ma vedessi il cuore quanto va più in alto
E non voglio dimenticare niente
Però fa male ricordarsi tutto quanto
Le corse lungomare
Nuotare fino a non toccare
L’ansia di non fare in tempo
Coi regali di Natale
Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare
Le partite sulla strada
Fare i pali con la maglia
Restare accanto
A chi non ce l’ha fatta
Le prime cicatrici
Gli amori mai finiti
Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure non riesco a rinunciare
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure lo voglio rifare
E portami una primavera prima che appassisca
Davanti all’estate di tutti
Così esile che la tormenta
Mi confonde con un panno steso al vento
E cerco un posto dove poter fare il debole
Amici buoni per smezzare una tempesta
‘Che’ l’amore si scopre solo in mezzo al temporale, ammiro i vostri punti fermi ma ho bisogno di viaggiare
E volo con la testa tra le nuvole
Ma vedessi il cuore quanto va più in alto
E non voglio dimenticare niente
Però fa male ricordarsi tutto quanto
Le corse lungomare
Nuotare fino a non toccare
L’ansia di non fare in tempo
Coi regali di Natale
Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare
Le partite sulla strada
Fare i pali con la maglia
Restare accanto
A chi non ce l’ha fatta
Le prime cicatrici
Gli amori mai finiti
Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici
Le corse di mia madre per fare in tempo a scuola
Sognare ad occhi aperti
L’estate senza soldi
L’ansia degli esami
Ma che festa il giorno dopo
La faccia di mio padre
Quando andava a lavoro
Le volte in cui pensiamo che andrà tutto male
I viaggi con chi ami
Sì ma i sogni a puttane
Le prime delusioni
Perché i baci finiscono
Le nottate a casa con gli amici
A dire resteremo uniti
E poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure non riesco a rinunciare
Per poi dire cosa quanto ha fatto male
Eppure lo voglio rifare.