Uomini soli dei Pooh sarà protagonista della serata delle Cover al Festival di Sanremo 2022
“Uomini soli” dei Pooh tornerà protagonista sul palcoscenico del Festival di Sanremo 2022 cantata da Fabrizio Moro nella serata delle Cover. Il brano “Uomini soli” dà il titolo all’album del 1990 pubblicato dall’etichetta discografica CGD East West. Roby Facchinetti la scrisse con Valerio Negrini e i Pooh la portarono al Festival di Sanremo 1990 vincendolo. Rappresenta l’unica partecipazione alla kermesse della musica italiana da parte dei Pooh e fu eseguita anche da Dee Dee Bridgewater.
In quell’edizione specifica del Festival di Sanremo infatti tutti i brani furono eseguiti anche da cantanti internazionali in inglese e prese il titolo di Angel of the Night. Fabrizio Moro, dopo la vittoria della competizione nel 2017, torna protagonista con rinnovata maturità e la voglia di sorprendere ancora tutti. C’è grande curiosità di vedere come interpreterà “Uomini soli” dei Pooh.
Testo completo “Uomini soli” dei Pooh interpretata da Fabrizio Moro a Sanremo 2022
Di seguito leggiamo il testo completo di “Uomini soli” dei Pooh interpretata la quarta sera di Sanremo 2022 da Fabrizio Moro.
Li incontri dove la gente
Viaggia e va a telefonare
Col dopobarba che sa di pioggia
E la ventiquattro ore
Perduti nel Corriere della Sera
Nel va e vieni di una cameriera
Ma perché ogni giorno viene sera?
A volte un uomo è da solo
Perché ha in testa strani tarli
Perché ha paura del sesso
O per la smania di successo
Per scrivere il romanzo che ha di dentro
Perché la vita l’ha già messo al muro
O perché in mondo falso è un un uomo vero
Dio delle città e dell’immensità
Se è vero che ci sei e hai viaggiato più di noi
Vediamo se si può imparare questa vita
E magari un po’ cambiarla prima che ci cambi lei
Vediamo se si può farci amare come siamo
Senza violentarsi più con nevrosi e gelosie
Perché questa vita stende e chi è steso
Dorme o muore oppure fa l’amore
Ci sono uomini soli
Per la sete d’avventura
Perché han studiato da prete
O per vent’anni di galera
Per madri che non li hanno mai svezzati
Per donne che li han rivoltati e persi
O solo perché sono dei diversi
Dio delle città e dell’immensità
Se è vero che ci sei e hai viaggiato più di noi
Vediamo se si può imparare queste donne
E cambiare un po’ per loro e cambiarle un po’ per noi
Ma Dio delle città e dell’immensità
Magari tu ci sei e problemi non ne hai
Ma quaggiù non siamo in cielo e se un uomo
Perde il filo è soltanto un uomo solo