Duemilaminuti, la canzone con cui Mara Sattei si è presentata al pubblico di Sanremo 2023, si è rivelata, per il pubblico che sta commentando il festival sui social, una piccola rivelazione. Un testo struggente e difficile, scritto a quattro mani da Damiano David dei Maneskin e dal fratello di Mara Sattei, The Supreme, interpretato con grande espressività dalla cantante sul palco dell’Ariston. La canzone Duemilaminuti affronta il tema difficile dell’amore tossico, fatto di abuso di alcool per affogare i problemi che non si vogliono affrontare. Nel testo di Duemilaminuti di Mara Sattei si parla anche di lividi sul corpo e di manipolazione mentale, eseguita con l’impressionante talento vocale della cantante. (Agg. di Lorenzo Drigo)



“DUEMILAMINUTI”, TESTO CANZONE MARA SATTEI A SANREMO 2023

In un anno che brilla per l’assenza del rock, Sanremo 2023 fa affiorare lo spettro dei Maneskin dove non lo si aspetta, ossia in Duemilaminuti, il brano che Damiano David ha scritto per Mara Sattei. Un brano che però è una classica ballata pensata per far emergere la voce della cantante la quale deve affrancarsi dal successo come cantante d’appoggio nei featuring per Fedez e Tananai, Gazelle e altri.



Dall’analisi del testo di Duemilaminuti emerge che si tratta di una canzone su un amore difficile, forse tossico per usare una parola molto comune oggi, nel quale “ci si sente incastrati e poi, una volta finita, vivi”. Dopo un’inizio liricamente più cauto (“Ti chiamerei anche se non prende / Ti cercherei dove non si vede / Dovesse rimanermi niente / Non importa se fa male”), il testo allunga i suoi versi affondando nello stile personale della cantante che guarda al rap contemporaneo, in cui i suoni sono pop ma la voce alterna parlato e melodia.

“DUEMILAMINUTI”, ANALISI TESTO CANZONE MARA SATTEI A SANREMO 2023

Rime scandite come i ritmi per raccontare le elucubrazioni di una ragazza incastrata in una storia che appare senza sbocco (“Pensavo di poter guarire il tuo cuore da tutte le voci che senti / Però il risultato non cambia nemmeno se cambi gli addendi / Pensavo di poter usare la voce ma dentro di me ora la voce non c’è / Ed ho usato duemila minuti per capire di me in fondo cosa pensi”). Non solo un amore difficile, ma il testo di Duemilaminuti parla anche di incomprensioni, che senza diventare un testo civile lascia intravedere la violenza e il dolore di una psiche a disagio, evocando l’alcool e le botte (“Io mi ricordo quando ritornavi a casa stanco / E sotterravi i tuoi problemi dentro fiumi d’alcool / E ogni volta mi dicevi che la colpa era la mia”; “Lividi sopra il mio corpo erano solo i segni / Che quel male che ti porti non andrà più via /Pensavo di poter guardare le cose da un punto di vista diverso / Però il tuo riflesso non cambia / Non entri mai nel mio universo”).



ANALISI TESTO “DUEMILAMINUTI” DI MARA SATTEI A SANREMO 2023: UN AMORE TOSSICO

La canzone Duemilaminuti diventa così una sorta di percorso per uscire dalla sofferenza emotiva, un percorso che però parte dalla mancanza, dall’assenza, da una posizione in cui ci si sente annullati (“Cercassi nel buio le ombre / O l’aria nel mare blu intenso / Ho capito che non era amore ma soltanto un posto che avevi creato per me”), come reduci da un incubo, quello di perdere la voce, che per chi canta deve essere il peggiore di tutti i sogni (“Tu che senza volerlo mi hai insegnato a respirare / Poi sei scappato ed hai rubato tutta la mia voce”).
Voce, quella di Mara Sattei, che si fa notare anche nell’andamento un po’ cantilenante che guarda alla trap più mainstream e Duemilaminuti è costruita appositamente per farla notare anche al vasto pubblico del Festival di Sanremo 2023. Forse non è un pezzo da primi ascolti, ma grazie anche alla produzione del fratello Thasup, probabilmente crescerà, specie se l’interpretazione della cantante sarà all’altezza delle sue ambizioni.