UN AMORE DOLOROSO AL CENTRO DEL TESTO CANZONE DI CLARA A SANREMO 2025, IL SIGNIFICATO
Dopo aver debuttato lo scorso anno, addirittura in apertura di Festival, Clara torna a Sanremo 2025 col testo canzone Febbre, “un brano che avevo da tempo nel cassetto e che parla di quanto sia importante trovare la versione migliore di sé stessi anche quando attraversiamo alti e bassi”, scritto con Federica Abate, Dardust e Jacopo Ettorre, tra gli autori più richiesti di oggi. Il testo canzone Febbre di Clara a Sanremo 2025 dipinge un ritratto crudo di un amore tossico, dove desiderio e dolore si intrecciano, mentre la febbre, centrale come metafora (“Dimmelo se ciò che provi è solo febbre che sale e scende”), diventa simbolo di un legame che brucia senza consumarsi, mentre le immagini contrastanti sottolineano la tensione tra autenticità e finzione.
L’impianto musicale non fa grandi passi avanti rispetto a Diamanti grezzi dello scorso anno, ma Clara ci prova a farne dal punto di vista testuale, raccontando un amore doloroso e conflittuale descritto come una “febbre” che oscilla tra passione e sofferenza, con metafore fisiche (“taglia come il vetro“, “fa male male”), linguaggio contemporaneo (il “glitch nel cielo” che suggerisce un’interruzione nel rapporto o nella realtà percepita) e azzardati riferimenti culturali che vanno da Yves Klein e al suo blu, che collega l’emozione a un’icona artistica alla “foresta” e all’”inferno” di Dante, suggerendo che il dolore amoroso possa avere una dimensione quasi estetica.
ANALISI “FEBBRE”, TESTO CANZONE CLARA A SANREMO 2025
Clara guarda, anche nelle liriche, a Mahmood e Madame, per il modo di accostare metafore inusuali, l’uso delle lingue straniere (in questo caso il francese) per poi cercare la via del canto più tradizionale, della melodia aperta, rfilettendo anche del cantautorato contemporaneo la voglia di sondare l’insicurezza (“io nemmeno mi piaccio”) e il senso di inadeguatezza (“come un enfant per strada / in abito da gala”).
Il testo canzone Febbre di Clara di Sanremo 2025 segue la stessa strada dello scorso anno, con minore riuscita musicale forse, ma maggiore ambizione: la struttura ripetitiva dei ritornelli e delle strofe e il linguaggio vivido lo rendono un modo malinconico di ragionare sulla complessità delle relazioni umane, ma crediamo che la maturità artistica sia ancora da raggiungere.