“FRAGILI”, TESTO CANZONE IL TRE A SANREMO 2024
Secondo una definizione un po’ banale, Il tre, nome d’arte di Guido Senia, sarebbe il lato buono del rap italiano; a lui però non pare dare fastidio, anzi parrebbe quasi rivendicarla come dimostrano il testo della canzone che porta al Festival di Sanremo 2024, “Fragili“, e l’immagine che trasmette. “La canzone parla di una storia basata sulle mie esperienze. Dice che ognuno è fragile, basta trovare il modo giusto per convivere con i propri sbagli e demoni interiori”.
Una fragilità che nasce come al solito da amori complicati e dolorosi, anche solo per il modo personale che abbiamo di viverli, sottolineata nel testo della canzone “Fragili” de Il tre dalla metafora un po’ consumata degli occhi assassini (“Le tue pupille sembrano pallottole se mi guardi mi ferisci”) in contrapposizioni agli occhi del cucciolo sofferente che sarebbe lo stesso Il tre (“Mi hai detto che gli occhi che indosso non sono mai stati più tristi”). Prendere coscienza dei propri limiti per aiutare gli altri e guarire noi stessi: raramente questo 2024 ha mostrato un cambiamento di spirito nei testi degli artisti under 30 in gara a Sanremo: “Scusami ma può succedere e/scusami se ti ho fatto del male/ma siamo fragili/come la neve/come due crepe”. E torna, come nel testo di ‘Fragili’, la libertà come necessità, a ribadire lo spirito di una generazione che preferisce l’incertezza, la sospensione, negli affetti come nel lavoro, rispetto a fare e vivere cose che non amano: “Vorrei dirti resta, si ti prego resta, ma grido vattene/perché sento la tempesta sotto le palpebre/e tu sei libera/sei come un’isola/nessuno ti abita/mi rubi l’anima”.
“FRAGILI”, ANALISI TESTO CANZONE IL TRE A SANREMO 2024
“Fragili” è il testo di una canzone nata in poco più di una giornata, come afferma Il tre, autore assieme a Sinigaglia, Di Mario e Zou. Rap e pop come lo stile del cantante che non voleva “fare un pezzo sanremese che non fosse nelle mie corde”. Le sue corde sono quelle di una certa semplicità che qui e là si accende di romanticismo un po’ enfatico, apparentemente fuori tono: “Sei la sete nel mio deserto/sei come le fiamme bruciano nell’inferno/adesso mi sento come un naufrago in mare/e se potessi scapperei dai ricordi che sono vipere/perché mi fanno male e mi potrebbero uccidere”.
Alla fine, l’analisi del testo della canzone de Il Tre ‘Fragili’ lascia un dubbio: meglio una serena solitudine o la compagnia di qualcuno a cui appoggiarsi, anche se con quel qualcuno ci si è fatti del male (“In questo mare nero ci sei solo tu (…) e so che non è facile/volersi bene/stare in catene”)? Ognuno di noi ha la sua risposta, chissà quale sarà quella del pubblico che voterà il brano.