Onda Alta esordisce alla seconda puntata di Sanremo 2024: le reaction
Onda Alta é una tra le proposte Big festivaliere più attese di Sanremo 2024, con Dargen D’Amico chiamato alla seconda serata della gara per il titolo della canzone Italiana.
C’é poca politica nel Festival di Sanremo 2024, anche se non manca la quota di denuncia della piaga sociale nel mondo delle popolazioni che vivono in condizioni meno abbienti, costrette a ricorrere alle migrazioni in cerca di un futuro migliore. La questione dell’immigrazione é aperta nel grido in formato canzone di Darcene D’Amico, Onda Alta, che denuncia le morti nel Mare Mediterraneo del flusso di migranti in cerca di una svolta. Un brano che il popolo nel web promuove in toto, tra le interazioni di consenso più disparate, perlopiù commosse.
(Agg. Di Serena Granato)
Dargen D’Amico esegue Onda Alta
Dargen D’Amico ha eseguito per la prima volta il testo della canzone “Onda alta” al Festival di Sanremo 2024, nel quale ha partecipato come 24esimo cantante in gara. “Il brano fotografa la realtà dei migranti“, ha spiegato l’artista, “musicalmente molto italiano, ha qualche inserto ritmico che costituisce una novità. L’ho scritto a ottobre 2023 e dentro si sente il Mediterraneo“.
Sonorità, quelle di “Onda alta” di Dargen D’Amico in gara al Festival di Sanremo 2024, molto più veloce delle precedenti 23, che tratta temi importanti, come la migrazione illegale presso le rotte degli scafisti. “Sta arrivando l’onda alta“, canta, “stiamo fermi e non si parla e non si salta. Navigando verso Malta“, conclude il testo, “senza aver nuotato mai nell’acqua alta“. (Agg di Lorenzo Drigo)
“ONDA ALTA”, TESTO CANZONE DARGEN D’AMICO A SANREMO 2024
Chissà se vi ricordate i Chumbawamba, che con con Tubthumping nel 1997 fecero saltare, ballare e cantare mezzo mondo, dagli stadi alle discoteche. Dargen D’Amico sembra voler seguire quella scia, almeno stando alle canzoni che porta al festival di Sanremo: nel 2022 Dove si balla, un tormentone ancora oggi, al Festival di Sanremo 2024 la canzone”Onda alta”, stessi ritmi e cori simili per travolgere il pubblico televisivo e soprattutto quello della platea del teatro Ariston. Una canzone ‘Onda alta’ dal testo allegro e il ritornello da cantare a squarciagola, magari un po’ alticcia, che è il racconto delle traversate in mare che quotidianamente affrontano i migranti che partono dal sud del mondo per giungere in quella che loro pensano sia la civiltà affrontando la morte: “Per sentirti vivo/hai un solo tentativo”.
“Musicalmente molto italiano – lo definisce Dargen D’Amico – ha qualche inserto ritmico che costituisce una novità”, anche se l’impressione dal testo “Onda alta” è di una canzone che vuole consolidare una posizione, perlomeno agli occhi degli ascoltatori del Festival di Sanremo 2024, in cui l’andamento incalzante e danzereccio accolga un tema serio e un linguaggio non troppo televisivo: “C’è chi mi chiama/figlio di put*ana/che c’è di male?/l’importante è avere la mamma/che non lavori troppo”. Mentre però sembra parlare di sé e, cliché del rapper dagli albori del genere, del suo rapporto con ciò che gli altri pensano di lui, il pezzo sposta impercettibilmente l’asse del discorso e fa in modo che al cantante si sovrapponga la figura di qualcuno che sta per partire (“Se prendi il treno, sai/ci metti meno/e non l’hai visto il meteo?/Non l’hai visto il cielo?”); poco a poco diventa chiaro che il cuore del testo siano i migranti e le loro disavventure in mare, a partire dal riferimento a Noè fino al ritornello che pare quasi speculare a quello del suo precedente sanremese: “Sta arrivando l’onda alta/stiamo fermi, non si parla e non si salta (…) Siamo più dei salvagenti sulla barca”.
“ONDA ALTA”, ANALISI TESTO CANZONE DARGEN D’AMICO A SANREMO 2024
Il tono scanzonato della canzone “Onda alta” di Dargen D’Amico e l’analisi del testo sono molto interessanti perché tolgono la retorica ‘miserabilista’ che spesso affligge la narrazione sul tema, quella stessa retorica che Garrone ha cercato di limitare in Io capitano, il suo film candidato agli Oscar: il rapporto con la famiglia d’origine (“Ti mando quello che mi avanza se ci arrivo/Mamma ti ho sognata che eri bimba/figlia ti ho sognata che eri incinta”).
Il tema però diventa più ampio, non solo la migrazione e la povertà, ma la guerra, ossia una questione che dall’Africa passa al Medio Oriente e arriva fino all’Europa e in cui purtroppo, tutto si tiene: “C’è una guerra di cuscini/ma cuscini un po’ pesanti/se la guerra è dei bambini/la colpa è di tutti quanti”. Emerge quindi, con un po’ di furbizia, l’occhio infantile che sul palco vedrà una coreografia con al centro un palloncino: “Hey bambino/Questa volta hai fatto proprio un bel casino/alla contrarea sopra un palloncino”.