Povera patria, una ballata di amore e speranza
Tra i duetti che impreziosiranno la terza serata di Sanremo 2021 c’è anche “Povera patria”, brano scritto da Franco Battiato nel 1991. La canzone verrà interpretata da Colapesce e Dimartino. Il termine “Povera patria” affonda le sue radice nel Risorgimento, in cui l’Italia cercava la sua unità, una terminologia ripresa durante il ventennio fascista, durante il periodo del terrore brigatista negli anni ’70, in ogni momento nel quale l’Italia ha subito ingiustizie sociali, politiche, ideologiche, economiche, culturali. Il brano ha riscosso subito un grande successo di pubblico. “Povera patria” appartiene al sedicesimo album del cantautore catanese, il primo nel quale Battiato si era definitivamente sganciato dalla sua etichetta di autore pop, ma colto. L’album portava il titolo di “Come un cammello nella grondaia”, un disco che riscosse un grande successo con brani come “L’ombra della luce”. “Povera patria” è un brano che unisce e non divide, lascia sospesa la polemica per generare amore e unione, un testo che ha osato spingersi oltre il convenzionale.
Franco Battiato: dal pop alla wave sofisticata
“Povera patria” è un brano di Franco Battiato, cantautore sul quel si è scritto tutto e il contrario di tutto, un vero intellettuale della musica che, come pochi altri, ha saputo rendere poesia la canzone italiana. Battiato sin dagli esordi ha manifestato la sua propensione a una canzone che potesse piacere alle masse pur mantenendo un sottofondo di cultura e ricerca interiore, prima linguistica, poi concettuale, arrivando a livelli mistici altissimi. Il primo album di Battiato è stato “Fetus”, esordio datato 1972, un disco nel quale il rock progressive e “kraut” tedesco, le sperimentazioni lisergiche europee contaminavano anche la ricerca musicale di band come P.F.M. e Banco del Mutuo Soccorso. Battiato d’altronde è nato a Ionia, un comune che ora non c’è più, una sorta di sogno demografico durante il ventennio e la sua propensione al sogno, alla trascendenza, non l’ha mai abbandonato. “Povera patria” è stato ripreso da molti artisti italiani che hanno tentato di approcciarsi con la difficoltà del testo e della musica, in alcuni casi riuscendo a dare una propria sensibilità interpretativa. Tra questi ricordiamo Fiorella Mannoia, Paola Turci, ovviamente Alice, artista amata e cresciuta al fianco del musicista catanese.
Povera patria di Franco Battiato, testo della canzone
Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore…
ma non vi danno un po’ di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà,
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà,
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po’ da vivere…
La primavera intanto tarda ad arrivare