“SALI (CANTO DELL’ANIMA)”, TESTO CANZONE ANNA OXA: IL SIGNIFICATO

Il brano “Sali (Canto dell’anima)” di Anna Oxa parla di libertà dell’anima, del bisogno di liberarsi dalle impurità e dai cattivi sentimenti per abbracciare valori positivi. Tra gli autori del brano ci sono anche Francesco Biancioni, leader dei Baustelle e Kaballà. Il brano scava nell’io, nell’interiorità, cercando di superare le barriere di superficialità di ognuno. La cantante parla infatti della falsità dell’umanità, che spesso è pervasa di cattiveria e sempre meno di empatia nei confronti delle altre persone. L’invito è a depurarsi, a liberare la propria anima da ogni cattiveria per abbracciare l’autenticità dei sentimenti, la verità, e rinascere.



“SALI (CANTO DELL’ANIMA)”, TESTO CANZONE ANNA OXA A SANREMO 2023

Veterana in gara, tra le più attese dagli amanti del festival e già vincitrice due volte, Anna Oxa si presenta in gara con il testo “Sali (Canto dell’anima)”, canzone da lei scritto assieme a Francesco Bianconi dei Baustelle e Kaballà, un brano che “narra la condizione umana di una società in cui si è persa la centralità dell’essere umano”. Già il sottotitolo, “Canto dell’anima“, mostra le ambizioni della cantante che porta un pezzo meno legato del solito alla forma canzone, senza un vero e proprio ritornello classico e cantabile, ma strutturato sulla musica più raffinata di Fio Zanotti.



Andiamo ad approfondire l’analisi del testo della canzone “Sali (Canto dell’anima)”. È chiaro fin da subito il tema del brano di Anna Oxa in questo Sanremo 2023: “Bocche piene di falsità che nutre il mondo / Mani prive di dignità, votate a Dio” e poi “Occhi dell’ambiguità dei nostri tempi / Vite frammentate senza verità”, Oxa guarda al suo contemporaneo dall’esterno, come un’osservatrice non troppo distante, ma lontana abbastanza da poterlo vedere dall’alto, forse anche in virtù della sua maturità umana e artistica.

“SALI (CANTO DELL’ANIMA)”, ANALISI TESTO CANZONE ANNA OXA A SANREMO 2023

Proseguiamo con l’analizi del testo della canzone “Sali (Canto dell’anima)”. Proprio dalla sua posizione sembra invitare gli altri a raggiungerla, “Sali, uomo, sali e dimentica / Sali, donna, sali e resuscita / Sali e ritorna alla (tua) nascita”. Il testo di “Sali (Canto dell’anima)” a Sanremo 2023 è una canzone polemica, forse, sul mondo in cui viviamo ma che si apre alla spiritualità, persino alla religiosità visti i continui riferimenti alla cristianità e Dio, tra cui anche “Arca dell’umanità andata a fondo”.



Su un brano che nell’arrangiamento ricorda il seducente pop che rimanda alle canzoni dei film di James Bond, Anna Oxa, Bianconi e Kaballà con il testo della canzone “Sali (Canto dell’anima)” oscillano tra invettiva, moderata nei termini ma dura nella composizione liriche, e apertura al mondo, disperazione e speranza.

ANALISI TESTO “SALI (CANTO DELL’ANIMA”, CANZONE DI ANNA OXA A SANREMO 2023: UNA DIMENSIONE INTIMA

Dopo un crescendo ritmico e ossessivo (“Sali e poi un’altra vita tu / Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai, Vivrai”), secondo la nostra analisi del testo della canzone di Anna Oxa, il brano “Sali (Canto dell’anima)” a Sanremo 2023 diventa definitivamente un’esortazione a ritrovare “lo stato di coscienza sostituito dall’intelletto”: “Libera l’anima / Come stella dell’aurora / Di un mattino che non c’è”, canta Anna Oxa, fino a sfociare quasi in una preghiera (“un mattino che non c’è / E che non ha nome… oh… / Che non ha nome / Oh… oh… oh… oh… oh… oh… oh…”). Il mattino non ha nome, come a non voler dire la parola Dio, che le bocche false e le mani indegne dell’inizio dicevano senza pudore.

Nella nostra analisi del testo vediamo che la canzone “Sali (Canto dell’anima)” è uno dei pochi brani di questo Festival di Sanremo 2023 a non avere legami con l’amore o le gioie dei sentimenti e del corpo, ma legato a una dimensione intima che però non è slegata dal contesto, anzi, dal mondo contingente parte; non manca un pizzico di retorica predicatoria (“Nitida l’anima / Come stella dell’aurora”) – che è uno dei limiti che ogni tanto fa capolino dai testi di Bianconi – ma è pure uno dei testi meno omologati che questa edizione del festival presenta.