La polizia locale bloccò l’irruzione delle forze speciali nella scuola elementare di Uvalde, in Texas. A rivelare il particolare inquietante sulla strage è Steven McCraw, capo del dipartimento di pubblica sicurezza del Texas. Lo ha fatto in una conferenza stampa in cui ha spiegato che Salvador Ramos ha sparato almeno 100 proiettili. «Una decisione sbagliata», ha ammesso McCraw riguardo quella di non forzare la porta della classe in cui si trovava l’autore della strage. Quando gli agenti hanno fatto poi irruzione nella classe, uccidendo il 18enne assalitore, hanno usato le chiavi del custode per aprire la porta. Tra gli altri particolari riferiti, McCraw ha spiegato che l’ufficiale in comando sulla scena della strage «era convinto che non ci fosse una minaccia concreta per i bambini nella scuola e che ci fosse tempo per organizzarsi meglio». Invece era in corso la sparatoria.



Il capo dipartimento della pubblica sicurezza del Texas ha confermato che gli agenti della squadra speciale e altri poliziotti intervenuti sulla scena avevano ricevuto l’ordine di non fare irruzione nella scuola. Quindi, hanno atteso quasi un’ora nel corridoio fuori la classe dove era barricato l’attentatore. «Se servisse a qualcosa, chiederei scusa», ha aggiunto Steven McCraw, che ha parlato senza mezzi termini di «tragici errori».



STRAGE SCUOLA TEXAS: I TRAGICI ERRORI

La precisazione, che fa crescere la rabbia dell’opinione pubblica per come la polizia ha gestito la situazione, arriva dopo una ricostruzione del New York Times tramite due fonti informate, secondo cui gli agenti federali della Border Patrol Tactical Unit erano arrivati davanti alla scuola elementare di Uvalde un’ora prima del loro effettivo ingresso. Potevano intervenire subito, ma sono stati bloccati dalla polizia locale. Ad aprire la porta della scuola attraverso cui è entrato Salvador Ramos un’insegnante che aveva sentito il rumore dell’urto di un furgone, che era finito in un fosso. Era uscita per controllare. Il giovane, uscito armato dal mezzo, ha sparato su due impiegati di un’agenzia funebre che erano usciti allarmati dal rumore del furgone, senza essere colpiti. Nel frattempo, l’insegnante è tornata a scuola per chiamare il numero di emergenza 911, lasciando però la porta aperta. Il giovane ha poi compiuto la strage, mentre l’ufficiale in comando sulla scena era sicuro che «nessun bambino fosse in pericolo».

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