Marcello Veneziani lo chiama “lo spettacolino, la “recita” ma dovrebbe essere un momento di informazione pubblica (nel senso “per il pubblico”): su La Verità stamattina sia il direttore Belpietro che l’editorialista d’eccezione Veneziani pongono l’accento sulla dimensione “mediatica” del Governo Conte. Nel primo caso per quanto riguarda la recente conferenza stampa di presentazione del Dpcm 3 dicembre, nel secondo invece è un’invettiva più ad ampio raggio sui telegiornali in Italia: «Eravamo abituati al servilismo dei tg, ma qui siamo a una forma di regime assiro-babilonese, tempera- to solo dal ridicolo. Otto volte su dieci, l’ho contato, il suddetto spettacolino comincia con uno strillo: Conte. E tutti i telespettatori si devono alzare in piedi e dire “Ora pro nobis”». Le notizie su Conte e sui decreti del Governo come una sorta di “messa cantata e recitata” che si ripete imperterrita da mesi, secondo Veneziani: «Neanche i dittatori o i presidenti eletti direttamente dal popolo si rivolgono con tale frequenza e con tale supponenza alla tv, scavalcando governo, Parlamento, Quirinale…», rilancia lo scrittore di cultura politica non certamente affine al neo-Centrosinistra di stampo contiano.
I MEDIA E IL GOVERNO: “PROPAGANDA CON IL COVID”
Il motivo è presto che detto, e non lo pensa solo Veneziani: «campare sulla disgrazia, lucrare consenso sulla paura», come ripete sempre più spesso lo psicoanalista Claudio Risé. Il rapporto tra Conte e i media è sempre più allo studio di analisti, commentatori e semplici cittadini bombardati in periodo di Covid-19 da una quantità innumerevole di riferimenti al Presidente e ai suoi provvedimenti: abbastanza normale in tempo di emergenza, ma per Marcello Veneziani si sta eccedendo da molto tempo ormai «Il messaggio è sempre uno: non mollate, comportatevi bene sennò arriva la terza ondata… così dissero alla seconda, così diranno alla decima…. Guinzaglio per tutti, museruola per gli infedeli». Ma secondo Veneziani il vero problema riguarda l’uso «propagandistico» del Covid-19: dalle interviste ai malati a quelli che sono scampati per fortuna a condizioni peggiori dopo magari settimane in terapia intensiva, e insieme commenti di virologi ed esperti tutti con l’intento di screditare chiunque abbia parole di dissenso dalla “narrazione” del Governo. «Capisco il fine pedagogico, ammaestrare i cittadini, spaventarli, chiudere la bocca a ogni dissenso col terrore delle immagini; ma qui siamo oltre la realtà, in una specie di horror fiction per impaurire i bambini deficienti», conclude Veneziani notando come in realtà fuori dal racconto televisivo dei tg non sono poche le persone che per motivi diversi – e con accezioni diverse – contestano i provvedimenti del Governo, stanchi dopo 12 mesi di pandemia sanitaria e mediatica, «senti la recita televisiva e sei su un altro pianeta: tutti sono contenti delle misure, accettano come soldatini ogni decreto, ne vantano la giustezza o la necessità, nessuno che mai osi mormorare, dissentire, lamentarsi».