Servizi, ricostruzioni e lanci di notizia: tra il 20 e il 23 gennaio, nel pieno del “caso Lombardia” – ovvero il braccio di ferro tra Regione e Ministero della Salute per l’errata messa in zona rossa del territorio lombardo – il Tg1 avrebbe fatto «indecente e falsa» informazione. Accusa gravissima recapitata dalla Lega contro il telegiornale più seguito d’Italia, diretto da Giuseppe Carboni, sul tavolo della Vigilanza Rai: i consiglieri del Carroccio in commissione hanno ravvisato diverse infrazioni commesse dal Tg “ammiraglia” di Viale Mazzini contro la Regione Lombardia nel merito dei dati e delle posizioni emerse su una vicenda ancora tutta da chiarire e che andrà probabilmente “ultimata” in sede legale.
«La Lega chiederà con urgenza la convocazione del direttore del Tg1 in Vigilanza – si legge nella nota ufficiale degli esponenti leghisti – gli indecenti e falsi servizi confezionati questa sera per giustificare il disastro del ministero della Sanità sulla zona rossa in Lombardia sono solo la punta dell’iceberg»: a firmarla i deputati e senatori della Lega in Commissione Vigilanza Rai, ovvero Giorgio Bergesio, Massimiliano Capitanio, Dimitri Coin, Fusco Umberto Fusco, Elena Maccanti, Alessandro Morelli e Simona Pergreffi.
ESPLODE IN RAI IL CASO LOMBARDIA
La Lega a difesa di Fontana e della Regione Lombardia chiede conto al Tg1 diretto da Carboni il perché di alcune “posizioni di parte” mandate in onda senza contraddittorio durante gli scorsi giorni, ma non solo: si contesta al Telegiornale di Rai1 la mancata messa in onda di «approfondimenti e servizi adeguati su fatti di rilevanza nazionale e internazionale». Ecco come continua la nota della Lega: «Dopo aver bucato i fatti di Washington e dopo non essersi accorta della crisi di governo, la Pravda del direttore Carboni oggi ha dato sfoggio di un becero giornalismo a tesi, piegato sulle menzogne del ministero della Sanità». Secondo quanto ricostruito da Il Giornale, sarebbero in particolare 2 i servizi andati in onda “contro” la Lombardia e in favore del Ministero della Salute e dell’Iss: «Non abbiamo sentito nulla sui reali motivi del passo indietro del ministro Speranza, ovvero che l’algoritmo dell’Iss non teneva conto dei dati ospedalieri, oltre ad utilizzare erroneamente il dato dei sintomi. Si è dato, infine, credito alla bugia dei dati rettificati dalla Regione, quando si è trattato invece di una integrazione richiesta da Roma alla luce del ricorso al Tar della Regione», conclude durissima la nota della Lega.