Una porzione di Sicilia meravigliosa e strategica, in parte ancora non sfinita dalle grandi folle estive, e custode di tradizioni, cultura, gastronomia e spiagge e acque indimenticabili.

Benvenuto a Cinisi, dove sorge il TH Cinisi – Florio Park Hotel, storica struttura ricettiva quattro stelle, ultima delle new entry 2021 nella famiglia TH. Le 190 camere sono suddivise in 17 palazzine, che affacciano su una splendida spiaggia di sabbia fine e dorata, a cui si aggiungono piscine, terrazza solarium, centro benessere e un centro congressi. Il resort è in riva al mare e affaccia sullo splendido golfo di Castellammare, con vista sul villaggio di pescatori di Terrasini. È immerso in un lussureggiante parco di quattro ettari, il verde della vegetazione degrada dolcemente verso la spiaggia di sabbia fine e dorata e lascia spazio al color smeraldo del mare. Un caleidoscopio di colori stupendi. Il tutto è affidato al manager TH Gimi Ventimiglia.



Direttore, come sta procedendo questa nuova, prima stagione del TH Cinisi?

Direi benissimo. Siamo aperti dal 20 giugno e proseguiremo fino a tutto settembre, in questo angolo di Sicilia entusiasmante: al tramonto il panorama è da cartolina, lo sguardo arriva lontano, fino a San Vito lo Capo, e di giorno l’azzurro del mare rinfresca la nostra spiaggia, giusto davanti il resort. È difficile pensare a qualcosa di meglio, di più affascinante, coinvolgente: è davvero una grande sinfonia di natura, storia, tradizioni… Un mix che affascina i turisti italiani ma anche stranieri, ed entrambi approfittano dell’assoluta vicinanza dell’aeroporto: l’80% dei nostri clienti ci raggiunge facilmente e rapidamente proprio in aereo.



Lei parla di sinfonia, e infatti la musica al TH Cinisi riveste un suo ruolo, vero?

Credo che, più di molto altro, la musica possa costruire ricordi duraturi. Difficile tornare a momenti del nostro passato senza associarli a una melodia, a una canzone. Così, negli orari più adatti, invece dei soliti giochini o battute d’intrattenimento, abbiamo scelto musiche di sottofondo. Vorremmo lasciare un bel ricordo della vacanza associato magari anche a una canzone, a una colonna sonora. D’altronde, questo è un TH particolare, più che villaggio direi club, un hotel “in orizzontale”, dove sono curati moltissimo alcuni servizi, come il bar o la ristorazione, che abbiamo declinato totalmente local, con prodotti e preparazioni legate al territorio. Giochiamo facile, è vero, vista la varietà siciliana di ricette e l’altissima qualità degli ingredienti. 



LA LOCATION

Territorio & storia

Cinisi è un comune di circa 12 mila abitanti della città metropolitana di Palermo. Nel suo territorio è compreso l’aeroporto internazionale Falcone e Borsellino. Cinisi nel 1300 andò concesso ai monaci benedettini, ed infatti il toponimo deriva dall’arabo kanisa, cioè chiesa. La corte benedettina, insieme alle torri di avvistamento che facevano parte del sistema di avviso delle Torri costiere siciliane, costruite su indicazione dell’architetto fiorentino Camilliani (artefice anche della fontana Pretoria a Palermo), Torre Mulinazzo, Pozzillo e della Tonnara dell’Ursa, sono le costruzioni più antiche e ricche di storia. I benedettini iniziano a sfruttare economicamente il territorio agli inizi del “600, ottenendo dal Papa l’autorizzazione a concedere in enfiteusi parte del feudo, che inizia a popolarsi. Viene eretta l’abbazia, probabilmente ampliando una preesistente torre fortificata; è il monumento più significativo: l’imponente facciata domina il paese e il territorio circostante. Le due torri cilindriche e le due ali risalgono al Settecento. All’interno, pregevoli gli ambienti del corpo centrale, il soffitto ligneo decorato e i saloni con volte in pietra tufacea. L’antico, maestoso monastero riserva al visitatore un sorprendente ventre cavo: da una porticina dell’ala occidentale si accede alle grotte comunali, scese le ripide scale ci s’immette in un grande ipogeo, punto di partenza per gli stretti cunicoli e altre stanze rialzate. Leggende del luogo narrano che dai sotterranei si potesse accedere in diversi punti strategici del paese.

Cinisi è anche nota grazie a Peppino Impastato, che negli anni Settanta perse la vita lottando contro la mafia, come ha raccontato anche il film “I cento passi”.

Territorio da vedere

Cinisi e Terrasini sono due paesi diversi ma contigui, che insieme si completano, offrendo mare e montagna, belle spiagge, riserve naturalistiche, torri di avvistamento, buoni ristoranti e bar, tradizioni popolari ancora vive, ottimi formaggi, un piccolo porto turistico con qualche peschereccio, tramonti e panorami indimenticabili. Le coste e spiagge sono perfette per il windsurf, la vela, le immersioni. Per chi ama il trekking, da Cinisi si raggiunge facilmente Piano Margi dove pascola la vacca cinisara. Nei pressi di Terrasini si trova una riserva naturale gestita dal WWF (Capo Rama) e le colline circostanti sono ideali per il trekking e il cicloturismo, sebbene anche il museo D’Aumale e i suoi reperti archeologici, folkloristici e naturalistici meritino una visita. Ma Cìnisi è anche un punto di partenza ideale per scoprire le meraviglie della Sicilia occidentale: Palermo con la sua splendida Cattedrale e il Teatro Massimo, il Duomo di Monreale che viene considerato uno dei più bei palazzi normanni del mondo, e Agrigento con la più affascinante area archeologica della Sicilia, la Valle dei Templi, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Da non perdere Erice, tipica cittadina medievale arroccata sulla cima dell’omonimo Monte da dove puoi ammirare il panorama delle valli circostanti e Segestea, con il suo famoso Tempio Dorico rimasto incompiuto. Merita una visita anche San Vito Lo Capo, tipico villaggio con le caratteristiche case bianche e le persiane blu, e la sua rinomata spiaggia di sabbia bianca. E per finire una gita in barca a Terrasini che regala una vista mozzafiato sulle sue maestose scogliere. 

Restando a Cinisi, usciti dal palazzo dei benedettini, nella piazza Vittorio Emanuele Orlando, oltrepassata la fontana, ecco la chiesa Madre, dedicata a Santa Fara, vergine benedettina e patrona del paese. Risalente al 1676 fu completata in soli quattro anni. È a navata unica, divisa dal coro mediante un arco. Di grande interesse il paliotto dell’altare maggiore in corallo, lapislazzuli e onice, di scuola trapanese del 700. Pregevoli anche i quindici misteri del Rosario, di scuola napoletana del 700, nel sott’arco della cappella del Crocifisso. L’esistenza di un antico sistema di canalizzazione in terracotta lascia presupporre che i sotterranei venissero utilizzati dai monaci come cisterne ma la presenza dei cunicoli non esclude una utilizzazione d’emergenza. Leggende del luogo narrano che dai sotterranei si potesse accedere in diversi punti strategici del paese. La risposta definitiva potrebbe arrivare da una nuova campagna di scavi che potrebbero riportare alla luce il sistema cunicolare benedettino.

Sorprendente è la piccola e suggestiva chiesa delle Anime Sante, costruita nel 1827 ma che conserva l’altare ligneo e due pregevoli grandi. A circa venti metri dalla chiesa sorge la casa di Giovanni Meli, nella omonima via, dove il grande poeta siciliano soggiornò cinque anni. A Cinisi il Meli esercitò la professione di medico ma i luoghi di Cinisi, il paese, i pascoli e i boschi di Piano Margi, ispirarono la vena poetica del giovane abate che qui compose alcuni dei versi più belli. Piano Margi si trova a circa 600 metri sul livello del mare, a otto chilometri dal centro abitato. Gli animali brucano in libertà solo apparente perché l’occhio vigile del “pecoraro” non perde di vista un solo animale. È uno degli ultimi angoli silvo-pastorali del compresorio palermitano; qui, portano avanti una tradizione millenaria le ultime aziende artigianali. Da Piano Margi all’incantevole terrazza di Piano Tavole non è difficile incontrare una “mannara”, dove viene prodotta una squisita ricotta, da gustare calda sul posto, lo squisito caciocavallo e il pecorino siciliano. La cassata è il dolce principe e proprio a Cinisi è stata realizzata una “megacassata” da record, oltre 600 chili di bontà. Tra il Monte Pecoraro e il Monte Anello ecco l’imponente bosco Malaverra, una lecceta (Quercus Ilex) con esemplari di Azeruolo e Roverella. Scendendo di quota la vegetazione muta gradatamente. Ulivi saraceni, carrubi, mandorli, noci, albicocchi, peschi, fichi, pistacchi e il ficodindia, che qui produce un dolce e succosissimo frutto tardivo; a settembre da non perdere la “sagra del ficodindia”, il simbolo della Sicilia.

La spiaggia Magaggiari, dalla sabbia finissima, è vigilata dalla cinquecentesca Torre Mulinazzo. Altre torri di avvistamento sono quelle del Pozzillo e dell’Orsa, annessa alla cinquecentesca tonnara, monumento carico di storia che il Comune, da qualche anno, ha iniziato a valorizzare con iniziative culturali. Un ponte levatoio in legno collegava il baglio alla maestosa torre che servi come punto di avvistamento e come prigione benedettina. A sinistra della torre si staglia il locale di ricovero delle barche, il “frizzano”, con gli archi rampanti, e, in successione, la ricostruzione dell'”appendituri” ligneo, dove veniva appeso il pescato per la lavorazione. Accanto all’appenditoio c’è la cappella, parzialmente ricostruita, e, per ultima, la piccola torre in corrispondenza diagonale con la grande che consentiva, grazie alle numerose feritoioe, il completo controllo di ogni movimento da terra.

Le manifestazioni tradizionali cinisensi sono tra le più belle della provincia. Oltre alle due sagre, è da ricordare il Carnevale cinisense, diventato ormai uno dei più belli e seguiti della Sicilia. La stagione estiva offre una serie di manifestazioni folcloristiche, culturali e sportive (da Città metropolitana di Palermo Turismo).

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI