È una delle new entry nel bouquet TH Resorts. È il beach resort Baia degli Dei a Le Castella, in Calabria, sinonimo di spiaggia e mare incontaminati, una spiaggia privata accessibile direttamente solo dalla struttura, una spa con centro benessere, una piscina riscaldata. È circondato da un rigoglioso giardino e dalla macchia mediterranea, in una splendida posizione panoramica, a dominio della baia e di fronte all’antica fortezza aragonese che sembra quasi sospesa su un mare limpido. Un vero e proprio eden, su una terrazza naturale che affaccia su uno dei tratti più suggestivi della costa ionica.
Il villaggio sorge a Le Castella, Isola di Capo Rizzuto, provincia di Crotone, a 15 chilometri dall’aeroporto di Crotone, a 80 dall’aeroporto di Lamezia Terme, a 28 dalla stazione di Crotone e a due dal centro di Le Castella. Baia degli Dei è composto da un corpo centrale e da una serie di costruzioni a uno o due piani, circondate da un ampio giardino di macchia mediterranea. Il resort è affidato alla direzione dei manager TH Resorts Geraldo Fatone e Antonio Manfredi.
Allora, Fatone, questa prima stagione com’è iniziata?
Direi bene, benissimo. Siamo operativi dal 23 giugno, e lo resteremo almeno fino al 18 settembre. Ma la stagione potrebbe anche allungarsi, vedremo. Le prenotazioni sono ottime, e sono motivate dalla notorietà del villaggio, una vera bomboniera di circa duecento camere, direttamente sul mare, e con un vero e proprio sporting center: tre piscine, campo da tennis e calcetto, campo da beach volley, campo da bocce. E un ricco programma settimanale di attività fitness e corsi collettivi e individuali di vari sport.
Quindi, un inizio promettente, Manfredi?
La campagna vaccinale anti-Covid sta aiutando, gli italiani tornano a viaggiare. La clientela è infatti prevalentemente italiana: un 30% proveniente dalle regioni del nord e il restante dal centrosud. Ma non manca qualche straniero, come un gruppo di francesi che abbiamo ospitato qualche giorno fa. Il resort offre a tutti una vacanza confortevole e sicura: abbiamo adottato regole tassative sulla sanificazione quotidiana di tutti gli ambienti, la misurazione della temperatura all’arrivo e prima di entrare nei punti strategici del villaggio, dispenser di gel igienizzante sparsi ovunque.
LA LOCATION
Territorio & storia
Punta delle Castella, più nota come Le Castella, è una frazione di Isola di Capo Rizzuto, provincia di Crotone, costa jonica della Calabria, nella estremità orientale del golfo di Squillace. Le Castella fu oggetto di tante leggende: secondo alcuni studiosi, l’isola di Calypso descritta da Omero nella sua Odissea sarebbe da collocarsi proprio nelle vicinanze del borgo. Fa parte dei mitologici tre promontori “Japigi”, identificati in Capo Rizzuto, Capo Cimiti e Le Castella. Punta Castella cominciò ad imporsi in seguito al trattato di amicizia tra Roma e Taranto nel 304 a.C.: alle navi militari romane era proibito navigare ad oriente di Capo Lacinio, così i Tarantini – per sorprendere le navi romane che provenivano dal Tirreno e si dirigevano verso Taranto – costruirono un avamposto nell’odierna Le Castella.
Negli ultimi anni della seconda guerra punica, tra il 208 ed il 202 a.C., Annibale fece costruire là dove ora sorge la fortezza, una sorta di accampamento o una torre di vedetta. Nei secoli IX – XI Castella fu occupata dagli Arabi che avevano creato un emirato nella vicina Squillace ed avevano quindi tutto l’interesse di controllare l’intero golfo. Cessata in parte la minaccia araba, Castella divenne pian piano un popoloso borgo. Nel XIV sec. fino al XVI seguì le vicende storiche del Regno di Napoli. Conosciuta come Castellorum maris, nel dicembre 1444 la fortezza, a quel tempo proprietà del marchese Centelles, fu cinta d’assedio e conquistata dall’esercito di Alfonso V d’Aragona. Dieci anni dopo la fortezza, divenuta proprietà demaniale, era collegata alla terraferma mediante una strada alta e larga. .Dal XVII sec. fino agli inizi del XX sec. il paese di Le Castella fu semiabbandonato, scarsamente abitato, le continue incursioni ottomane e piratesche resero pericoloso vivere nel luogo. Nel 1644 l’abitato di Le Castella fu abbandonato per ordine della corte regia e ci furono anche proposte per abbattere la fortezza sul mare per evitare che diventasse un covo ottomano. L’insediamento odierno è di costituzione moderna, a partire dalla seconda metà del XVII, da quando cominciò lentamente a ripopolarsi
Nel 1799 fu luogo di scontro tra francesi e borbonici e punto di approdo delle truppe provenienti dalla Sicilia. Da quel momento il borgo, prima comune feudale, successivamente aggregato a Crotone e poi divenuto frazione di Isola Capo Rizzuto, segue le vicende amministrative e politiche prima del risorto Regno di Napoli, poi dello Stato italiano.
Territorio da vedere
Il Comune di Isola di Capo Rizzuto ha istituito una navetta per collegare le località turistiche del territorio, e ha organizzato un cartellone estivo (da fine luglio) con nomi di richiamo come Massimo Ranieri, Modena City Ramblers, Arteteca e I Ditelo voi. A Le Castella aprirà un infopoint, già allestito sul corso principale, di fronte alla chiesa.
In uno dei tratti più belli dell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” sorge uno dei castelli più affascinanti d’Italia, grazie anche alla sua particolare ubicazione che lo vede trionfare su un isolotto legato alla costa solo da una sottile lingua di terra. La fortezza edificata nel XV sec. non ospitò mai la nobiltà del luogo, ma servì da ricovero per soldati impegnati contro gli attacchi degli invasori provenienti dal mare. L’attuale roccaforte poggia su fondamenta risalenti al periodo Magno-Greco (400 a.c.), utilizzata nel tempo anche dai romani fu il rifugio di Annibale, in ritirata. La fortezza, continuamente attaccata dai Turchi, rimase popolata fino agli inizi dell’800, anno in cui la popolazione si trasferì sulla terra ferma dando vita ad un piccolo borgo di marinai, oggi l’attuale centro turistico.
La Fortezza Aragonese, quasi interamente restaurata, è caratterizzata da alcune stanze (la sala video, la sala foto e la “Sala Phrurion”); un borgo antico con i resti di una piccola chiesetta e una cappella; i bastioni panoramici; la torre, risalente al XIII sec., punto più alto della fortezza.
Muro vecchio: SI trova vicino al porticciolo peschereccio, nel luogo che adesso è diventato area parcheggio, è, assieme ad altri muri sparsi per il paese, ciò che resta della cinta muraria che difendeva il paese dalle invasioni, questo tratto murario, costruito su una struttura più antica risalente probabilmente al periodo magnogreco, iniziava dall’accesso principale al borgo (Porta de Fora: uscita che portava fuori città direzione Capo Rizzuto) per finire all ‘accesso meridionale. Dove oggi sono ancora visibili i resti, un tempo venne eretta una piccola troniera di vigilanza a ridosso della scarpata che divideva la campagna dal promontorio castellese.
Come in tutta la costa del regno di Napoli, nelle vicinanze di Le Castella sono presenti torri costiere a scopo difensivo, comunicavano tra di loro tramite segnali di fumo quando avvistavano invasioni dal mare o sulla terra. Torre Brasolo (o Grisciolo), Torre Telegrafo,
l luogo per millenni ha avuto abbondanza di giacimenti di tufo, utilizzati da tempi molto antichi principalmente come materiale per la costruzione di edifici. L’estrazione si è protratta fino alla seconda metà del XX sec. quando l’ultima cava è stata sottratta per costruire l’attuale darsena. Resti di antiche cave sono tuttora visibili: sulla scogliera, in particolare nella zona del Cannone; darsena; alcune nella contrada di Santa Domenica; un’antica cava sommersa dal mare a sud-ovest dalla fortezza ad una profondità tra i 4-5 metri.
Un esempio di una delle tante cave è alle propaggini della darsena vi sono alcune delle antiche cave di blocchi e di rocchi di colonna (VI-III secolo a.C.). Sono visitabili, percorrendo tutto il porto turistico, ricavato dalla cava di tufo, al termine del porto con l’invito di passerelle di legno, i resti della cava Magno-greca.
Territorio & esperienze TH
Le Castella, tour in barca: alla scoperta della fortezza vista dal mare, poi i fanghi d’argilla rigeneranti nell’area protetta di Capo Rizzuto, poi ancora tra le stradine del centro. Capo Piccolo, snorkeling e cin-cin: su un’imbarcazione fino al Relittino, un battello a vapore affondato negli anni Trenta. Poi alla spiaggia di Sovereto, quella dei “Gigli di mare”. Le cascate di Vallicupe: nel Parco naturale regionale, con una guida, tra borghi abbandonati, punti panoramici spettacolari, miti e leggende, fino alla cascata del Campanaro, per un bagno indimenticabile. Le Grotte Rosa: sono quelle di Magisano. Escursione con degustazione di prodotti e ricette locali. Tropea e Pizzo Calabro: nella Costa degli Dei, la località forse più famosa nel mondo, Tropea, su un promontorio a strapiombo sul mare, tra miti e leggende. A cavallo nel parco nazionale della Sila: passeggiata a cavallo tra ruscelli e cascate. Aperitivo in barca, al tramonto: in barca a Capo Rizzuto, con monitor sui fondali e drink mentre cala il sole. Parapendio: in volo su Pizzo Calabro, in compagnia di un pilota esperto. Squillace e Soverato: visita al castello normanno che domina Squillace, sulle tracce dei Templari, fino alla spiaggia di Soverato, bandiera blu.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI