Una scommessa iniziata un anno fa, il 15 ottobre 2021, nell’epoca ancora incerta della pandemia. Ma in un anno la scommessa s’è trasformata in un successo, con risultati che sono andati ben oltre le prudenze che avevano caratterizzato i budget prefissati. Il tutto a Roma, con il TH Carpegna Palace Domus Mariae, il primo vero hotel “urban” per il gruppo specializzato finora nei villaggi e nei resort leisure al mare, in montagna, al lago.



TH Group – uno dei principali players nazionali, con 32 strutture gestite, partecipato al 46% da Cassa depositi e prestiti – all’inizio del 2021 decise di acquisire per i prossimi 15 anni il Domus Mariae, albergo storico della capitale (a due passi dal Vaticano, nel parco di villa Carpegna, sorto all’inizio degli anni Cinquanta). La struttura è circondata da circa dieci ettari di giardino mediterraneo, con alberi secolari e tappeto erboso: è il parco di villa Carpegna, il casino acquistato nel 1684 dal cardinale Gaspare Carpegna, che ne affidò il restauro a Giovanni De Rossi. La villa fu poi acquistata dal Comune di Roma nel 1978, e oggi ospita la Quadriennale. Dopo alcuni interventi di adeguamento (l’hotel era chiuso da un paio d’anni), il TH Roma Carpegna Palace Domus Mariae (4 stelle superior, 203 camere, una sala convegni da 500 posti, una grande palestra attrezzata con macchine di ultima generazione, un grande parcheggio e una chiesetta privata a tre navate, dove già adesso ogni domenica si celebra la messa) riaprì quindi un anno fa.



“Fu una partenza timida – dice Stefano Simei, direttore commerciale e marketing di TH Group -, ma subito seguita da una rimonta prepotente. Oggi il Carpegna Palace Domus Mariae prevede di chiudere l’anno finanziario con risultati ben più alti delle nostre più rosee previsioni. Stiamo performando su tutti i canali e mercati e anche la componente estera ha numeri particolarmente interessanti”.

“È stata una scommessa sia per me che per tutto il gruppo – confessa Nicola Dettorino, il direttore del resort -. Tutto è iniziato con i soliti timori che una nuova apertura già comporta, in più si aggiungeva la responsabilità commerciale per questa struttura, differente da tutti gli altri villaggi TH, in un contesto che era ancora aggravato dal Covid e da tutte le conseguenze negative derivate, come per esempio le scarse o nulle prenotazioni da parte di stranieri e l’azzeramento del segmento Mice (gli eventi e i congressi), fondamentale per un albergo urban di questo genere. Tutte queste situazioni, se da un lato mi preoccupavano, dall’altro sono state la scintilla che ha messo in moto l’entusiasmo per affrontare questa sfida non perdendo mai di vista l’obiettivo. Ci tengo a precisare che soltanto con un lavoro di gruppo, che comprende dall’ultimo della scala gerarchica fino al vertice, si può arrivare a certi risultati. Questa è stata la chiave di volta del team per raggiungere i traguardi che a oggi lasciano davvero ben sperare, soprattutto perché inaspettati solo un anno fa. Risultati quali: uno scostamento positivo dal budget del revenue camere di più di un milione di euro, un RevPAR (il revenue per available room è un indicatore di performance alberghiero che misura la profittabilità dell’hotel: l’indice calcola l’andamento dell’albergo attraverso il rapporto fra fatturato generato dalla vendita delle camere e numero totale di camere disponibili, ndr) praticamente allineato con competitor fortemente radicati a Roma e specializzati nella gestione degli urban (proprio Roma è l’unica tra le città d’arte in Italia con un RevPAr superiore a quello pre-pandemia, +358% rispetto allo stesso periodo del 2021 e +3% rispetto al 2019, ndr), e un tasso di occupazione media anch’esso in linea con i nostri competitor. Sono fortemente convinto che tutto questo non sia un arrivo, ma un punto di partenza per poterci impegnare a fare sempre meglio”.



Ad agevolare la messa a punto del Carpegna Palace Domus Mariae a marchio TH è scesa in campo anche ElasticHotel, la società specializzata nel revenue management. E in un anno si è registrata una verticale crescita dell’ADR (Average Daily Rate, l’importo complessivo netto che ogni albergatore incassa per ogni camera sommando tasse, pasti e sconti), dalla riapertura a ottobre 2021 con una media di 67 euro fino al settembre 2022 con 102; una reputation passata da 7.6 a 8.3; un’occupazione maggiore del compset; e una serie pressoché infinita di eventi: il Carpegna Palace Domus Mariae si è via via trasformato in set per riprese televisive (Netflix), a quinta per spot pubblicitari (anche l’ultimo per Wind, con Fiorello), a sede ideale per congressi (il prossimo sarà quello dell’Anm, l’associazione dei magistrati, dal 14 al 16 ottobre, con la partecipazione del presidente della Repubblica).

Ma limitarsi alla rendita di posizione (in nessun altro hotel in centro a Roma si può arrivare, parcheggiare comodamente, partecipare ad un meeting, o celebrare il matrimonio, la cresima o altro, quindi organizzare il rinfresco, tutto in un’unica location), o fermarsi ad assaporare gli ottimi risultati sarebbe sbagliato.

La sfida di portare la resortistica nella capitale, per un gruppo come TH, sembra dunque stravinta, puntando sul settore leisure ma anche su quello business, ma anche sul prolungamento delle permanenze per affari (con soggiorni medi di 2,7 giorni) con giorni in più dedicati alla vacanza, il cosiddetto bleisure.

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