The Bad Guy 2 è disponibile dal 5 dicembre su Prime Video. Sei episodi che si guardano velocemente, perché la storia del magistrato Nino Scotellaro, trasformatosi per necessità nel mafioso Balduccio Remora, diventa molto più avvincente e realistica rispetto a quella raccontata nella prima stagione. Insomma, meno effetti “dark” (morti, sangue, esplosioni) e più trama thriller, con implicazioni politiche che ben conosciamo. Il tutto, se possibile, migliorato da due straordinarie interpretazioni dei protagonisti, Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi.
Il giovane e combattivo procuratore Nino Scotellaro (Luigi Lo Cascio) è a un passo dal mettere le mani sul latitante più importante della mafia siciliana, Mariano Suro. Ma, a causa di una soffiata, il blitz fallisce. Da quel momento, su Scotellaro cadono accuse di collusione con la mafia costruite ad arte, che lo conducono a un processo sommario e a una condanna disonorevole. Nulla può la difesa condotta dalla moglie di Scotellaro, Luvi Bray (Claudia Pandolfi), figlia di un procuratore ucciso in un attentato e mentore del marito. Scotellaro, però, riesce a evadere rocambolescamente e, a quel punto, decide di prendere il posto di un mafioso che ha fatto fortuna in Sudamerica, tale Remora, ma che nessuno conosce. Così, riesce a infiltrarsi nel clan di Suro per mettere finalmente – anche senza il supporto della legge – le mani sul capo della mafia che ha inseguito per tutta la vita.
The Bad Guy 2 inizia proprio dalla trattativa che Remora, alias Scotellaro, avvia con Suro, ormai ammanettato, per farsi consegnare il suo archivio segreto. Nessuno sa in cosa consista questo archivio, ma è evidente che per trent’anni è stato il motivo della sua impunità: un lasciapassare che gli ha consentito di condurre una latitanza sui generis. Il racconto di The Bad Guy 2, così, devia su temi a noi più familiari e ci conduce dritti verso una versione molto originale e rocambolesca di quella che fu, agli inizi degli anni ’90, la trattativa tra Stato e mafia.
Le cose, però, si complicano perché all’inseguimento di questo “archivio” ci sono molti interessi in gioco. A cominciare da uno spietato agente segreto (Stefano Accorsi), mandato direttamente da Roma per distruggere ogni traccia dell’accordo con Suro. L’agente non si fa scrupoli: dissemina fuoco e fiamme, uccide persone, fa saltare in aria interi edifici pur di cancellare ogni traccia. Tracce sulle quali finiscono, casualmente, anche due carabinieri siciliani del gruppo speciale antimafia, di cui fa parte Leonarda, sorella di Scotellaro. Ma alla ricerca del famigerato archivio c’è anche la stessa moglie del magistrato, Luvi, che in realtà ha in questa vicenda un ruolo più importante e assai diverso da quello che appariva all’inizio.
The Bad Guy 2 è sicuramente una serie tv fuori dagli schemi e può apparire sconnessa ed esagerata. A metà tra un film di Tarantino e le celebri serie tv dedicate alle inchieste del commissario Montalbano, riesce a ironizzare su tutto, prendendo però sul serio le ragioni profonde per cui la mafia esiste e non muore mai. Ironizza sull’ignoranza, sulla cultura dello spreco e del volgare, sulla casualità con cui operano certi corpi dello Stato e la politica. Ironizza persino sul ponte sullo Stretto, che appare già costruito e in funzione, ma che improvvisamente crolla. È proprio in quel momento che Scotellaro, nel furgone della penitenziaria in transito verso il carcere, riesce a salvarsi nuotando mentre tutti lo credono morto. Ora il ponte è in fase di ricostruzione, con tanto di appalti truccati.
Ma poi prende molto sul serio il tema della trattativa Stato-mafia, le sue implicazioni politiche, e le conseguenze in termini di abbandono di un territorio all’illegalità. Sono queste, in fondo, le ragioni di un male che non riusciamo a estirpare, dalla nostra cultura prima ancora che dall’economia, nonostante gli strumenti della legge.
Dicevamo riguardo a The Bad Guy 2 delle interpretazioni di Lo Cascio e Pandolfi, ma meritano una menzione anche la bravissima Selena Caramazza (una conferma), nel ruolo della sorella Leonarda, e Antonio Catania, nei panni di Mariano Suro, l’arguto e dispettoso capo mafia immaginario della nostra storia.
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