La seconda stagione di The Bear non delude le attese dei suoi fan, anzi – e questo è già un giudizio unanime – è ancora più bella e coinvolgente della prima. Disponibile su Disney+ (Star) dal 16 agosto, i dieci episodi scorrono velocemente (di circa 40′ ciascuno). Solo il sesto (intitolato Pesci) dura oltre un’ora, quasi un film a sé, quando in un inaspettato flashback di 5 anni prima si racconta un’animata cena la vigilia di Natale in casa Berzatto, dove erano presenti tutti i protagonisti.
Avevamo lasciato il nostro giovane chef Carmy, interpretato magistralmente da Jeremy Allen White, esausto e sull’orlo della catastrofe economica, a causa della marea di debiti lasciati dal fratello Mike appena morto. Proprio quando stava per mollare tutto scopre per caso un piccolo tesoro nella cucina del ristorante, nascosto accuratamente proprio dal fratello. Con quei soldi Carmy può saldare i debiti e progetta, insieme ai suoi collaboratori più fidati, di trasformare la paninoteca in un vero ristorante di qualità.
La seconda stagione è il racconto, come sempre caotico e pieno di imprevisti, delle settimane che precedono la riapertura del nuovo locale. La squadra con cui Carmy, di chiare origini italiane come lascia intendere il nome, tenta l’avventura è la stessa della prima stagione: accanto al cugino Richie (Ebon Moss-Bachrach) e alla sorella Natalie (Abby Eliott), ritroviamo Sidney (Ayo Edebiri), la giovane chef di talento che crede in Carmy e si dedica anima e corpo al progetto, e Marcus (Lionel Boyce), il pasticciere che ha l’opportunità di ripercorrere la stessa esperienza di Carmy con un stage di tre mesi a Copenaghen, nelle cucine del Noma.
Riusciranno nell’impresa? Riusciranno a superare gli ostacoli infiniti della burocrazia dell’Illinois e a reperire tutti i soldi che servono all’investimento? Come sempre il cibo è metafora della vita del gruppo, il loro modo primario di esprimersi, di condividere sentimenti, ma anche di rappresentare la loro adesione a un progetto che si ispira ai principi dell’ospitalità che sono alla base della ristorazione. Questa volta si vedono di più i piatti, le nuove creazioni e si possono immaginare i sapori. Ma si capiscono di più anche lo sforzo, la disciplina e il perché dei numerosi tentativi necessari per realizzare un piatto di successo.
Questi ragazzi sono una nuova generazione di chef, ma anche una nuova generazione di americani. Non è un caso che sullo sfondo risplende una Chicago ancora più bella, e sinceramente questa serie tv non potrebbe essere ambientata in un’altra città americana. Le rotaie della metro che scorrono tra i palazzi, i canali e i lussuosi grattacieli accanto ai quartieri più poveri rappresentano un’America che spesso dimentichiamo, ma che rimane quella grande nazione aperta e sognante che tutti amiamo.
La serie è impreziosita da alcuni cammei realizzati grazie a guest star che hanno accettato di partecipare come Oliver Platt, Jon Bernthal, Bob Odenkirk e Olivia Colman. Ma la new entry principale della seconda stagione è Claire, interpretata da Molly Gordon, l’amica di infanzia del quartiere, che ama Carmy da allora senza aver avuto mai il coraggio di dichiararsi. Ora Claire è un medico ed è seriamente intenzionata a non lasciarlo andar più via.
L’idea di chiamare The Bear un nuovo ristorante Carmy l’aveva presentato proprio quella notte di Natale di 5 anni prima al fratello Mike, senza percepire in quali difficoltà economiche e mentali egli si trovasse. Ma soprattutto la metafora dell’orso – un animale solitario ma nobile e gentile – è impersonata proprio da Carmy che non riesce a uscire dal suo isolamento, sia perché non capisce quanto la squadra di giovani talenti e di persone leali che ha attorno sia fondamentale per la riuscita del suo progetto, sia perché non riesce ad aprire il suo cuore a Claire.
Anche stavolta il creatore della serie Cristopher Storer si afferma come un vero mago della scrittura, per la qualità dei dialoghi, la perfezione del racconto, la velocità con cui si sviluppa la storia. Serie da guardare subito, batte di gran lunga tutto quello che c’è al momento in circolazione.
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