Oggi vi propongo The Covenant, film del 2023 di Guy Ritchie che potete vedere sulla piattaforma di Prime Video. Siamo in Afghanistan nel 2018, con le truppe dello zio Sam che fanno e disfano. Il sergente John Kinley, a capo di una squadra, recluta il locale meccanico Ahmed come interprete per le missioni sul territorio. In una di queste, a 120 chilometri dalla base, la squadra viene attaccata dai talebani. Restano vivi solo l’interprete e il sergente. Nella fuga il militare viene ferito e Ahmed, per evitare i talebani, lo trascina a forza su una lettiga fatta di rami attraversando deserto e passi di montagna riuscendo dopo tre settimane a portarlo in salvo.
Kinley torna a casa negli States, ha una bella famiglia, un’attività imprenditoriale, tutto bene insomma, ma scopre che Ahmed è diventato uno dei dieci most wanted dai talebani in Afghanistan per l’impresa che ha compiuto. Cerca di procurare dei visti americani per portarlo con la moglie e il figlio neonato negli Stati Uniti, ma il Governo statunitense se ne fa un baffo. Kinley torna in Afghanistan per i fatti suoi e riuscirà nell’intento.
Il titolo originale del film è Guy Ritchie’s The Covenant, diretto e sceneggiato dall’ex marito di Madonna. È ormai un regista affermato (andate a leggere il suo c.v.), ma con questa pellicola ha preso un altro binario: non un film d’azione, come uno dei tanti che ha girato, ma un lungometraggio in cui il valore dei rapporti umani è messo in primo piano.
Molti critici americani e alcuni italiani l’hanno giudicato positivamente per la promessa, l’onore e l’impegno assolti da Ahmed e per l’intervento di Kinley, non solo riconoscente per il salvataggio, ma anche perché se non l’avesse portato fuori dall’Afghanistan si sarebbe ammalato psicologicamente. La tesi rispetto al sergente mi sembra alquanto esagerata e negativa. È vero che Kinley non dorme di notte visto l’immobilità Usa rispetto ai visti per l’espatrio, ma il punto è un altro: Ahmed e la sua famiglia erano nel suo cuore, l’afgano l’aveva salvato e per lui era diventato concretamente un amico.
Nella prima parte del film il loro rapporto è professionale e spigoloso, poi per tre settimane il sergente è semicosciente e quando torna a casa sedimenta e riconosce ciò che è avvenuto. Non parole, ma fatti. Ahmed avrebbe potuto abbandonarlo e scappare, salvandosi dal wanted successivo dei talebani, perché farlo? Per un visto d’espatrio? Per odio verso i talebani che gli avevano ucciso il primo figlio? Troppo semplicistico…
Quando Kinley torna in Afghanistan incontra il fratello affarista di Ahmed e gli dice che ha degli occhi azzurri molto belli, Ahmed lo diceva spesso e gli ricordavano quelli del figlio ucciso. L’amicizia è per un destino che non sono solo parole e intenzioni e qui Ahmed l’ha portato in salvo, il suo cuore era oltre l’impegno e la promessa d’espatrio.
Azzardo un parallelismo personale. Nella mia vita lavorativa sono diventato amico, nel senso vero, con alcuni colleghi proprio lavorando e non ciarlando.
Guy Ritchie non ha girato un war movie sullo stile di Lone Survivor, film che ho recensito in passato, non vi è la spettacolarità americana degli scontri a fuoco anche se non vi sono cali di ritmo. Il film è incentrato (come scritto in precedenza) sui due protagonisti, John Kinley e Ahmed.
Il sergente è interpretato dal bravo Jake Gyllenhaal, ormai un attore affermato, maturo e sfaccettato. Vi consiglio di guardare l’avvincente The Guilty (2021) di A. Fuqua, in cui è al telefono per tutto il film, ma sia per la sceneggiatura che per l’interpretazione tiene incollati alla poltrona. Dar Salim interpreta Ahmed, attore che di fatto si rivela con questo film. È lui il vero protagonista e l’eroe della pellicola.
Emozionante il silenzio mentre Ahmed porta in salvo il sergente ed anche le poche frasi nel loro incontro finale.
Titoli di coda. Questa non è una storia vera, ma ci ricorda la fuga dell’esercito Usa e le promesse da Pinocchio fatte dal Governo americano, visti per l’espatrio pochissimi e dopo tre mesi dalla ripresa del potere da parte talebana, 300 interpreti e famiglie furono giustiziati mentre un migliaio si nascondono. Nei titoli di coda le foto di molti interpreti al lavoro con i soldati americani.
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