Con questa autointervista in qualità di curatore del M° Luca Belloni, ha inizio una nuova rubrica della Sezione Musica de ilsussidiario.net, dedicata al “misterioso” mondo della Musica Contemporanea.
Un punto di incontro con alcuni protagonisti, dove approfondire e ascoltare, aperto alle domande e alle curiosità dei lettori. Il primo appuntamento, a breve on line, sarà l’incontro con il compositore Pippo Molino.Buona lettura e buon ascolto!
Per iniziare permettimi di darti del tu… ci conosciamo da tanti anni, oserei dire da sempre!
Permesso accordato…ma solo per oggi!
Grazie… allora passerei alla prima domanda: perché tieni tanto a far conoscere questa strana cosa, la famigerata “musica contemporanea”?
La ragione principale per cui inauguriamo la rubrica The Day After Tonality è l’amore che nutro per questa musica (che ho incontrato a undici anni, quando le orecchie fortunatamente possono essere ancora libere da pregiudizi) da cui nasce il desiderio di condividere la bellezza con altre persone. Un ulteriore motivo di questa scelta è stato il rapporto con un caro amico giornalista che mi ha incoraggiato, in lunghe e pazienti telefonate, a seguire quest’idea un po’ folle.
Tu parli di bellezza e poche parole sembrano più lontane dalle dissonanze della musica d’oggi. Puoi spiegare meglio cosa intendi dire?
La parola “bellezza” è oggi (purtroppo) assai fraintesa. È uno dei problemi più gravi che affliggono l’uomo moderno. Come diceva Charles Ives (un grande “isolato” della musica del Novecento americano) oggi si intende la bellezza musicale come una «comoda poltrona in cui l’orecchio possa adagiarsi». È, in molti casi, l’apoteosi del prevedibile, dello scontato, di ciò che non provoca mai la personalità di chi incontra l’opera d’arte.
Il repertorio della musica d’oggi (come quello di ogni altra epoca) è fatto da brani di grande valore (spesso veri e propri capolavori) e da pezzi meno riusciti, a volte addirittura falliti. Per riconoscere la bellezza nell’arte di qualsiasi epoca è però necessaria una condizione essenziale ovvero quella che possiamo chiamare semplicità o, se vuoi, attenzione disponibile.
Con questi termini intendo quella capacità di abbandonarsi (con tutta la forza dell’intelligenza e della sensibilità umana) e di incontrare quello che ci troviamo davanti, senza chiusure o giudizi già fatti. Il problema più grave nel rapporto con un’opera d’arte (e con la realtà tutta) è che spesso noi ci aspettiamo qualcosa di già determinato e così facendo non diamo ascolto a quella voce profonda che, dentro ognuno di noi, ci spinge a cercare il vero e non il “già sentito” ovvero il rassicurante, quello che Ives chiamerebbe il “comodo”.
È un riverbero non secondario di quella civiltà per cui il benessere, lo stare bene, il non aver problemi è l’unico valore. Invece la bellezza (che è dunque per me, come diceva san Tommaso, “lo splendore del vero”) è qualcosa di riscontrabile in ogni epoca e in qualsiasi tipo di musica, qualcosa che ci provoca e ci aiuta a scoprire il nostro vero volto. L’unico problema è quindi quello di trovarsi in una posizione adatta a riconoscerla e a lasciarsi abbracciare.
Interessante…non so se sono d’accordo ma prometto di pensarci! Ma allora, ammesso e non concesso che questa rubrica possa essere utile, mi racconti un po’ in cosa consiste The Day After Tonality?
Curioso eh? Si tratta di una serie di interviste a personaggi che a qualsiasi titolo (compositori, interpreti o musicologi) hanno intersecato il sentiero della musica d’oggi. La peculiarità di ogni uscita (che vorrebbe davvero essere un incontro) è che insieme al testo viene proposto un brano musicale scelto dall’intervistato stesso e ascoltabile da ilsussidiario.net, che come sempre, offre la possibilità di commentare o porre domande all’autore. Questo elemento costituisce una possibilità di ulteriore chiarimento e di approfondimento del giudizio da parte del lettore/ascoltatore. Ancora perplesso?
Mah… è vero che comunque la possibilità di ascoltare i brani almeno non riduce tutto a quell’ammasso di chiacchiere cui spesso siamo abituati…
Bravo, ne hai detta una giusta!
Bontà tua… giusto per non giocare a nascondino però ci devi far sentire anche qualcosa che hai scritto tu… così possiamo cominciare a insultarti già prima della prima uscita!
Nessun pregiudizio eh? Comunque, per mettermi completamente in gioco, ti propongo l’ascolto di due brani (brevi, stai tranquillo!) tratti dalla mia ultima composizione, un “Requiem” per due voci e strumenti. Si tratta dei primi due numeri della partitura (Requiem aeternam e Dies Irae) che costituiscono il “portale” di accesso all’intera pagina.
L’idea del “Requiem” nasce da una duplice suggestione: da una parte la lettura del bel libro di Vittorio Messori Il beato Faà Di Bruno (BUR, collana I libri dello spirito cristiano) mi ha fatto conoscere la figura di questo infaticabile apostolo della Misericordia divina che, tra le numerose sue opere, fonda anche un ordine religioso (le Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio) che ha come scopo principale quello di intercedere per le anime che si trovano in Purgatorio. Credo profondamente nella Comunione dei Santi e ho voluto offrire il mio piccolo contributo a questa opera nascosta ma grandiosa scrivendo questa pagina e offrendola in suffragio per le anime penitenti.
Il Dies Irae in particolare nasce dalla visione di un documentario sul tragico assedio di Stalingrado (una città dilaniata che sembra simboleggiare la distruzione dell’uomo operata dalle due mortifere ideologie che lì si fronteggiavano) le cui immagini mi hanno fatto immediatamente pensare all’Apocalisse e al giorno del Giudizio finale. Così dopo il balbettio e il grido del Requiem aeternam veniamo investiti dalla granitica potenza del sommovimento cosmico che avverrà l’ultimo giorno.
Mi hai incuriosito…
Bene, allora buon ascolto e… fammi sapere cosa te ne pare!
A presto!!
Spiritoso…
Requiem aeternam dona eis Domine,
Et lux perpetua luceat eis.
Te decet hymnus Deus in Sion
Et tibi reddetur votum in Jerusalem.
Exaudi orationem meam
Ad te omnis caro veniet.
L’eterno riposo dona loro, Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.
Si innalzi un inno a te, o Dio, in Sion
e ti si renda grazie in Gerusalemme.
Esaudisci la mia preghiera,
a te verranno tutti i corpi.
Dies irae dies illa
Solvet saeclum in favilla
Teste David cum Sybilla.
Quantus tremor est futurus,
Quando Judex est venturus,
Cuncta stricte discussurus.
Giorno d’ira, quel giorno
distruggerà il mondo nel fuoco
come affermano Davide e la Sibilla.
Quanto terrore ci sarà,
quando verrà il Giudice,
per giudicare tutti severamente.
Registrazione dal vivo presso la Chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù di Parma
Solisti
Paola Matarrese, soprano
Alessandra Andreetti, mezzosoprano
Ensemble Webern
Chiara De Monte, flauto
Claudio Miotto, clarinetto
Elisa Saglia, violino
Luciano Chillemi, chitarra
Michele Zappaterra, pianoforte