La seconda stagione di The Diplomat è apparsa su Netflix praticamente in contemporanea con il voto americano. In una certa misura il successo raccolto – assai superiore al già considerevole risultato raggiunto dalla prima stagione – si spiega anche con le numerose coincidenze tra la finzione e la realtà. Le drammatiche vicende che si raccontano, e che si susseguono con il ritmo di un thriller poliziesco tra le due sponde dell’Oceano Atlantico, hanno infatti come protagoniste due donne, una vice-presidente americana in carica e un’altra candidata a succederle, entrambe alle prese con una politica dominata dall’altro sesso, praticamente su tutte le questioni aperte ma in particolare quando si tratta del tavolo della politica internazionale.



Nella prima stagione di The Diplomat  la giovane e agguerrita diplomatica degli Stati Uniti Kate Wyller, nei cui panni troviamo l’attrice americana Keri Russell (Felicity, The Americans), viene improvvisamente dirottata contro la sua volontà da una rischiosa missione in Afghanistan al ruolo di Ambasciatrice nel Regno Unito e obbligata a trasferirsi nella molto più prestigiosa e confortevole sede di Londra. Accompagnata dall’invadente marito Hal, interpretato dall’attore britannico Rufus Sewell (Il destino di un cavaliere, L’uomo nell’alto castello), ex Ambasciatore a riposo, ben presto si trova a dover gestire un caso politico e diplomatico assai complesso. Infatti, una nave militare inglese è stata attaccata pesantemente in Medio Oriente e ci sono oltre 40 morti tra i membri dell’equipaggio. I sospetti ricadono sull’Iran.<



La seconda stagione The Diplomat riparte esattamente da dove era finita la prima, e cioè dal clamoroso attentato nel centro di Londra in cui sono rimasti uccise varie persone tra cui un parlamentare britannico. Nell’attentato è rimasto ferito anche suo marito Hal, che era in procinto di incontrare proprio il deputato obiettivo dell’attentato. Kate deve così indagare, con l’aiuto della CIA e del suo staff, su cosa sta accadendo nel Governo del Paese che la ospita e soprattutto sul comportamento non proprio lineare del Primo ministro Trowbridge. L’Ambasciatrice ha nel frattempo aumentato il suo prestigio in patria e da Washington hanno messo gli occhi su di lei come futura vice-presidente, posto che a breve quella carica dovrebbe liberarsi. Ma le cose si complicano quando per la fastosa festa del 4 luglio organizzata nella sontuosa residenza dell’Ambasciata americana nella campagna fuori Londra, arriva a sorpresa Grace Penn, la vice-presidente in carica, che Kate dovrebbe sostituire. Interpretata da una professionista dei ruoli “politici” come Allison Janney (la mitica C. J. Cregg di The West Wing, interpretazione per cui ha vinto ben 4 Emmy), Penn si rivela ben presto molto di più di una vice-presidente di rappresentanza.



The Diplomat è diventata così la serie tv più “politica” che c’è in circolazione. Ci riferiamo a quel genere di grande successo dai tempi appunto di West Wing – Tutti gli uomini del Presidente fino ad arrivare a House of Cards, e che appassionano un pubblico particolarmente interessato al lato oscuro della politica. The Diplomat ha il pregio di guardare la lotta politica da un punto di osservazione particolare come quello internazionale, che è sempre una cosa intelligente da fare. Rispettando alla lettera quelle regole e quelle usanze che spesso rendono il personale diplomatico qualcosa di assai difficile da comprendere ai comuni mortali.

L’autrice Debora Cahn (che ha iniziato la sua carriera proprio con The West Wing e ha continuato fino a produrre e sceneggiare le ultime due stagioni di Homeland) è chiaramente interessata a indagare il mondo della politica che conta dal punto di vista “femminile”. Lo scontro inevitabile tra le due donne coinvolte intorno al ruolo strategico della vice-presidenza rende tutte le altre figure maschili decisamente di contorno. Il ritmo è incessante, Londra con i suoi palazzi del potere e le sue residenze di campagna si presta molto come scenario privilegiato, il cast di The Diplomat  è decisamente bravo e perfettamente indovinato nei tanti ruoli di donne e uomini di potere.

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