Lo storico chitarrista degli U2, The Edge, si è raccontato in una bella intervista ai microfoni del Corriere della Sera. Il musicista della rock band irlandese ha parlato del nuovo album «Songs of Surrender», 40 brani della band rivisitati per parlare del tema dei migranti e della guerra. «Bono ha più volte espresso insoddisfazione per alcune sue prove vocali, ma ascoltando i dischi abbiamo capito anche che gran parte della colpa era della band: non cambiavamo mai tonalità e non sfruttavamo le possibilità della sua voce», ha esordito The Edge spiegando il perchè dell’uscita del nuovo album, acquistabile dal 17 marzo. «Arriviamo dal post punk – ha aggiunto – e allora pensavamo ai live, all’intensità, mentre qui gli arrangiamenti sono intimi, sembra quasi che Bono ti stia cantando all’orecchio. Abbiamo messo in mostra melodie e voce con arrangiamenti scheletrici scoprendo così che le nostre canzoni sono indistruttibili». Fra i temi d’attualità nei brani rivisitati, quello dei migranti: «La situazione è destinata a peggiorare per il cambiamento climatico e sulla spinta dei nuovi mezzi di comunicazione. Il compito della comunità globale è evitare che degli Stati falliscano, che sia in Africa o in America centrale, altrimenti ci saranno nuove migrazioni di massa».
Un canzone iconica degli U2 è Walk On nata in omaggio al premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi poi dedicata al popolo Rohingya. Ora parla di un comico e di lotta per la libertà: «Quando la stavamo registrando è scoppiata la guerra in Ucraina e ci ha sorpresi il fatto che chi affrontava quel bullo di Putin venisse dal mondo dello spettacolo come Zelensky, uno stand up comedian. Nello sforzo suo e del popolo ucraino c’è la sfida fra democrazia e autoritarismo. Quella canzone l’abbiamo portata Bono ed io in quel concerto nella metro di Kiev quando ci ha raggiunti anche Taras Topolia, leader della band ucraina Antytila. E l’altro giorno abbiamo raggiunto la band a Brixton per fare con loro “Mother of the Disappeared». The Edge si dice esterrefatto a parlare di dittature nel 2023: «Incredibile ma dimostra quanto sia pericoloso addormentarsi nel comfort delle proprie libertà. Dobbiamo ricordare che queste libertà sono state conquistate e mantenute in vita da secoli di battaglie. Non deve stupire che vengano messe in percolo perché le libertà civili sono una minaccia per ogni despota».
THE EDGE, U2: “SOFFRO DI ADHD, BONO…”
Quindi The Edge ha proseguito: «Anni fa non concepivo l’idea di una guerra giusta, ma l’Ucraina è giustificata dalla necessità che la sua sovranità venga rispettata e che gli invasori se ne vadano del tutto. Ma per noi quel titolo ha un significato più filosofico e spirituale legato all’accettazione di quello che siamo. L’accettazione è potere. Abbiamo imparato che i nostri limiti sono una forza. Io soffro di ADHD (disturbo da deficit di attenzione iperattività), nel lavoro mi concentro sui dettagli come se guardassi con uno zoom e ho bisogno della visione di uno come Bono che invece usa il grandangolo. Devi accettare l’idea che non puoi essere un grande in tutto. Ce lo disse Brian Eno per primo di non preoccuparci del fatto che non fossimo dei grandi musicisti. Come del resto dei Velvet Underground era importante il mix – Mo Tucker non sapeva suonare la batteria e John Cale aveva fatto studi classici – ma sono stati una band seminale».
Sulla lunga carriera degli U2, che Bono ha descritto spesso e volentieri come una storia fatta di cicli nascita-morte-rinascita: «Abbiamo avuto momenti di enorme disaccordo che sarebbero potuti sfociare se non in una separazione in una lunga pausa. Prima di “Achtung Baby” ci siamo andati vicini. La sfida di sincronizzare la vita privata con l’andare in tour è dura: lo fai se senti che con una band fai cose che non faresti da solo». Chiusura di The Edge dedicato alla possibilità di un nuovo album in cantiere: «Bono corre troppo quando si tratta di guardare ai nostri progetti futuri… Abbiamo una raccolta di brani che potrebbe avere quel nome ma stiamo lavorando anche su altre canzoni molto più legate al suono della chitarra. Siamo a un buon punto per avere un buon album degli U2 ma non abbiamo ancora idea di come sarà o di come si chiamerà».